Green bond, nessun sostegno pubblico ai combustibili fossili, investimenti dalla finanza mondiale per la transizione energetica e “obiettivo zero emissioni” per il 90% dei Paesi. La Cop26 di Glasgow, al suo quinto giorno di attività, è foriera di novità.
L’Italia ha firmato questa mattina, insieme ad oltre venti Paesi, tra cui gli Stati Uniti, l’impegno a porre fine a nuovi sostegni pubblici diretti al settore energetico internazionale dei combustibili fossili. Inoltre, i mercati delle obbligazioni verdi e sostenibili “hanno visto un importante aumento di volume e dimostrato di essere una solida fonte di finanziamento ma è necessario continuare a lavorare allo sviluppo di standard per aumentare la trasparenza”. E’ quanto si legge in un rapporto della Commissione Ue presentato oggi a Glasgow dalla commissaria Mairead McGuinness.
Cresce anche la Piattaforma internazionale sulla finanza sostenibile (Ipsf) promossa dall’Ue, con l’adesione di Regno Unito, Nuova Zelanda, e altri otto Paesi, che collaborano per sviluppare un quadro comune per verificare l’effettivo allineamento degli investimenti verdi con obiettivi di sostenibilità.
La novità più importante, però, arriva dal mondo della finanza, che si è impegnato ad aiutare il clima con centomila miliardi di dollari per la transizione energetica pulita. Decisivo in tal senso l’impegno della Glasgow Financial Alliance for Net Zero (Gfanz), che conta oltre 450 tra banche, società di gestione e altre istituzioni finanziarie, provenienti da 45 Paesi e con un patrimonio totale superiore ai 130mila miliardi di dollari. La coalizione finanziaria è guidata dall’ex governatore della Banca centrale inglese, Mark Carney, e dal magnate americano Mike Bloomberg.
“Il 90% dei paesi del mondo ha ora un obiettivo di zero emissioni – ha concluso il presidente della Cop26, Alok Sharma -. Quando il Regno Unito ha preso la presidenza dellaCop26, era il 30%”. Tra promesse e obiettivi, spicca però lo sconfortante dato appena diffuso dal centro studi Global Carbon Tracker, formato dalle Università di Exeter, East Anglia, Cicero e Stanford, secondo il quale le emissioni di gas serra nel 2021 aumenteranno del 4,9% rispetto al 2020, tornando quasi ai livelli pre-Covid. L’anno scorso erano scese del 5,4.