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HomeCronaca Stefano Ceccanti: “Quella di Giorgetti su Draghi è una sentenza suicida”

"Va chiesto un sacrificio
al presidente Mattarella
Draghi resti al governo"

Ceccanti a Lumsanews: "Ipotesi divisiva

da Giorgetti solo una sentenza suicida"

di Gabriele Crispo03 Novembre 2021
03 Novembre 2021

"I discorsi che abbiamo appena ascoltato mi hanno colpito profondamente. Negli ultimi anni, i giovani ci hanno reso un servizio portando il tema del clima al centro del nostro dibattito politico. I giovani sono stati al centro del Vertice Pre-COP di Milano. A Glasgow, noi dobbiamo renderli orgogliosi". Lo dice il premier Mario Draghi alla cerimonia di apertura della Cop26 a Glasgow, 01 novembre 2021. TWITTER PALAZZO CHIGI +++ ATTENZIONE LA FOTO NON PUO' ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L'AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA+++ ++HO NO SALES EDITORIAL USE ONLY +++

“Anche dal Colle Draghi guiderebbe il convoglio. Sarebbe un semipresidenzialismo de facto”. La frase del ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, contenuta nell’ultimo libro di Bruno Vespa, “Perché Mussolini rovinò l’Italia (e come Draghi la sta risanando)”, agita la maggioranza. E non convince il costituzionalista e deputato Pd, Stefano Ceccanti, che a Lumsanews definisce questa anticipazione come una “sentenza suicida”.

Se Mario Draghi venisse eletto presidente della Repubblica cosa succederebbe al governo?

“Lo spostamento di Mario Draghi al Quirinale è stato proposto sin qui senza dare risposte soddisfacenti alla domanda su chi guiderebbe il governo. Quella del ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti mi sembra una “sentenza suicida”, come quella di un estensore in un collegio giudicante che non ne condivide l’esito e che la scrive in modo che poi cada nei passaggi successivi. Anche altre candidature, obiettivamente divisive, che vengono lanciate, qualora avessero successo destabilizzerebbero il governo”.

Si può cambiare “de facto” la forma di governo?

“È vero che di fatto, ma in coerenza col diritto, il ruolo del Capo dello Stato si espande quando funziona male il rapporto tra la maggioranza e il governo. In questo senso si è parlato di apertura della fisarmonica dei poteri del presidente della Repubblica.  Un conto però è che questo accada dopo l’insorgere di difficoltà nel funzionamento del rapporto maggioranza e opposizione, un altro è teorizzarla prima per eleggere il presidente della Repubblica”.

Il costituzionalista Stefano Ceccanti

Tecnicamente cosa dovrebbe accadere per potere davvero introdurre il semipresidenzialismo?

“Se si ritiene che nel sistema i rapporti tra maggioranza e governo non possano funzionare fisiologicamente, va immaginata e approvata una riforma in senso semipresidenziale, in modo coerente”.

Per farlo che tempi ci vorrebbero?

“Non mi sembra che sia fattibile nella parte restante della legislatura. Ciò che invece politicamente si può fare è convincere il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a farsi rieleggere, mantenendo il premier Mario Draghi a Palazzo Chigi. Occorre chiedere un sacrificio a Mattarella”.

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