Nel “Segno del cronista”: così si chiama il premio giornalistico che il Sindacato dei cronisti romani (Scr) ha assegnato stamattina a 9 soci, già iscritti negli anni ’50. Nel corso dell’incontro è stato poi approvato il bilancio consuntivo dell’organizzazione e si sono affrontati problemi e prospettive future.
Un giornalismo di qualità. Il premio viene conferito ogni anno in base alla data di iscrizione dei cronisti. In particolare, i giornalisti premiati in questa occasione, secondo Romano Bartoloni, presidente del Scr, «si sono distinti per aver fatto una cronaca diversa, di qualità. Infatti quando la tv era ai primi passi, il giornalista doveva dare il cosiddetto colore, descrivendo il luogo e l’ambiente dove si svolgevano i fatti raccontati. I cronisti dell’epoca – ha poi aggiunto – oltre a essere stati i più grandi sono anche stati i più fedeli al Scr».
I vincitori di quest’anno sono stati Marcello Lambertini, Piero Orsini, Virgilio Celletti, Felice Borsato, Ferruccio Ferrari Pocoleri, Giorgio Lascaraki, Vittore Manili, Aldo Santamaria e Lanfranco D’Onofrio.
Più pubblicità, più fondi. Il bilancio è stato approvato all’unanimità, e quest’anno ha chiuso con un passivo di 10mila 400 euro. Per ottenere nuove risorse, il presidente Bartoloni punta molto a potenziare la pubblicità su “La rubrica del cronista”, l’agenda con tutti i contatti necessari per svolgere al meglio il proprio lavoro. Un modo per ottenere questo risultato e convincere gli sponsor a investire di più nell’organizzazione è, per il Sindacato, quello di diffondere la rubrica in versione e-book.
Servono infatti molti soldi per sostenere l’attività del Scr e garantirne l’autonomia, visto che attualmente molte sue politiche sono legate a quelle promosse dalla Federazione nazionale della stampa (Fnsi). Il Sindacato oggi cura il rapporto con le fonti e quello con gli organi di informazione.
Fabio Grazzini
Domenico Mussolino