Nuova giornata di incontri a Palazzo Chigi sulle pensioni. Il tavolo di ieri con i sindacati si è infatti concluso senza un’intesa, con il premier Mario Draghi che ha respinto le richieste di Cgil, Cisl e Uil su “Quota 102” nel 2022 e “Quota 104” nel 2023. Disponibilità, invece, alla proroga di un anno per “Ape social”, misura previdenziale per l’uscita anticipata dal lavoro, con una estensione a nuove categorie di lavori gravosi, e per “Opzione donna”, che prevede la possibilità per le lavoratrici di andare in pensione anticipatamente sulla base di determinati requisiti.
Tuttavia, al termine di tre ore di colloqui, i sindacati hanno giudicato le proposte dell’esecutivo “largamente insufficienti”. “Non è accettabile che il lavoro creato sia precario. Siamo in presenza di contratti a termine di qualche mese, di lavoro somministrato. Non è più accettabile che la crescita continui a produrre lavoro precario”, ha dichiarato al termine dell’incontro il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, che ha poi spiegato: “Salari dignitosi e un lavoro non precario ma stabile sono la condizione per determinare anche un sistema pensionistico che stia in piedi”.
Lo stesso Landini, insieme alle altre parti sociali, ha poi rilanciato: “Se giovedì il governo confermerà questa impostazione valuteremo iniziative unitarie di mobilitazione”.
Elsa Fornero, ex ministra del Lavoro, ha pubblicato su La Stampa una lettera aperta a Ladini sulla condizione dei giovani. “Con un tasso di disoccupazione tra i più alti in Europa – scrive – sono spesso costretti a cercare altrove le opportunità. Cos’ha a che fare con l’uscita da quota 100 e con la ripresa di un percorso di innalzamento dell’età pensionabile? Impossibile – spiega – non vedervi il venir meno di un patto economico tra le generazioni. Uscire da quota 100 con una qualche gradualità e rispettando l’equità che impone di trattare meglio almeno i più sfortunati è possibile”, conclude. “Un nuovo passo indietro sarebbe ancora una miope scelta di declino”.
Intanto fonti di palazzo Chigi fanno sapere che domani in Consiglio dei ministri potrebbe arrivare il ddl sulla concorrenza.