A poche ore dall’incontro con il presidente del Consiglio Mario Draghi, i sindacati minacciano la mobilitazione se le proposte avanzate nei giorni scorsi “saranno ostacolate o non prese in considerazione”. Il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, in un’intervista a Repubblica sottolinea l’esigenza di utilizzare i risparmi ricavati dalla riforma Fornero per “cambiare il sistema pensionistico, introducendo elementi di equità, flessibilità e sostenibilità”.
Rimane dunque molto alta la tensione per i nodi non ancora sciolti sulla manovra. Primo fra tutti Quota 100, ovvero l’ipotesi di passare gradualmente a quota 102 nel 2022 e a quota 104 per il 2023. La Lega, che da subito si è detta contraria a questo meccanismo, sta insistendo per cercare di introdurre almeno un fondo per le piccole medie imprese. Una proposta illustrata dal leader del Carroccio Matteo Salvini durante l’incontro con il premier Draghi avvenuto ieri pomeriggio a Palazzo Chigi.
Oggi sarà la volta dei sindacati che, oltre al nodo pensioni, si concentreranno sulla destinazione degli 8 miliardi per il calo delle tasse. Da quanto si apprende, il governo è propenso ad alleggerire le buste paga tramite un intervento sull’Irpef, ma all’interno della maggioranza c’è chi insiste per l’abolizione dell’Irap. Pressing da parte di Confindustria che chiede il taglio dei contributi.
Si discute anche delle modifiche da apportare al reddito di cittadinanza e del Superbonus. In particolare, su quest’ultimo punto c’è l’ipotesi di concedere più tempo ai proprietari di case singole, ville e villette per usufruire dell’incentivo al 110% nelle ristrutturazioni, ma entro un tetto di reddito.
Resta aperta la questione sul cashback, pratica difesa dal leader del Movimento Cinque Stelle Giuseppe Conte. Ieri, durante un pranzo con il segretario del Pd Enrico Letta, l’ex premier ha sollecitato un ritorno della misura: “È essenziale per contrastare l’evasione e incrementare i pagamenti digitali e quindi i consumi a beneficio dei negozi delle nostre città”.