Botta e risposta tra Stati Uniti e Cina su Taiwan. Nel corso di un dibattito televisivo sull’emittente statunitense Cnn, il presidente Joe Biden si è schierato apertamente con Taipei. In caso di un attacco cinese, gli Usa difenderanno Taiwan, in quanto “abbiamo un impegno in questo senso”. Non si fa attendere la risposta di Pechino. Il portavoce del Ministero degli Esteri, Wang Wenbin, ha infatti invitato alla cautela e assicurando che su Taiwan “non ci sono margini di compromessi”.
La questione emerge dopo l’intensificarsi delle incursioni aeree cinesi nel territorio di Taiwan, e le parole del leader cinese Xi Jinping dello scorso 9 ottobre, in cui ha promesso la riunificazione del Paese. Per questo Wenbin ha fatto leva sul rispetto del principio della “One China Policy”, ovvero della tesi secondo cui esiste una sola Cina. Wembin ha inoltre esortato gli Usa al rispetto dei “tre comunicati congiunti Cina-Usa e ad astenersi dall’inviare segnali sbagliati ai secessionisti”. Nessuno, conclude il portavoce cinese, dovrebbe sottovalutare “la solida capacità del popolo cinese di difendere la sovranità nazionale e l’integrità territoriale”.
Rimane il fatto che Biden sembra essere uscito da quella “ambiguità strategica” che ha segnato da sempre la condotta statunitense nei confronti di Taipei, fatta di aiuti militari, senza però esplicitare l’ipotesi di intervento. Nonostante questo, la Casa Bianca ha chiarito che Washington si oppone “a ogni cambiamento dello status quo” e che in realtà non c’è stato “alcun cambio nella politica verso l’isola”. Rispondendo a una domanda del pubblico, Biden ha ribadito la supremazia militare rispetto a Cina e Russia. Tuttavia, sembra che proprio rispetto a questi due Paesi gli Usa siano indietro sulla corsa ai missili ipersonici. L’ultimo test avvenuto in Alaska ha infatti dato risultati deludenti, a causa di un malfunzionamento del razzo.