“Voglio fare un decimo film e poi basta”, con questa frase Quentin Tarantino ha sconvolto il pubblico di Che tempo che fa. Il regista di Pulp Fiction, però, ha rassicurato i fan dei sui film: “Potrei cambiare idea, ma 32 anni mi sembrano già una buona carriera”. Tarantino, che è stato definito da Peter Bogdanovich “regista più influente della sua generazione”, è pronto a archiviare la sua carriera iniziata negli anni ’90.
Il cineasta, ospite del salotto televisivo di Rai 3 di Fabio Fazio, sfoggiando un eccentrico paio di stivali da cowboy, ha spiegato la ragione della scelta. “Mi sono chiesto: il pubblico ne vuole ancora?” La risposta per il regista è: “No, basta, capolinea, fine”. E pensare che prima di sbarcare a Hollywood, il padre di Kill Bill aveva avuto un passato difficile: “Se non avessi fatto il regista, pensavo che sarei finito in prigione”. Da ragazzo Tarantino voleva fare il sia il regista che l’attore, “poi mi sono reso conto che i film volevo dirigerli io”. Nel futuro lo sceneggiatore si vede ancora scrittore e non esclude la commedia, potrebbe anche “arrivare una serie tv”.
Nell’intervista, lo statunitense, che martedì sarà ospite alla Festa del Cinema di Roma, ha poi ricordato il rapporto con Ennio Morricone: “Mi dicevano che era un uomo freddo, invece con me aveva un calore umano bellissimo. Era un gigante, un grande talento, c’era un grande affetto”.
Il cineasta ha poi ricordato la sua infanzia, confessando che il suo prima trauma cinematografico è stato niente poco di meno che Bambi. Il cartone della Disney è stato per Tarantino “un film traumatizzante, sono dovuto uscire dal cinema. Se lo avessi saputo che c’erano incendi, caos, morti, sarei stato preparato, invece non lo sapevo, c’era una confusione della miseria”. Il film più brutto del mondo è per Tarantino quello di Tinto Brass “in cui sullo schermo uccidono un maiale nei primi tre minuti”.