Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha firmato il Dpcm con le modalità di verifica del possesso del Green pass per tutti i lavoratori, sia pubblici che privati, in vigore dal 15 ottobre. Chi sarà sprovvisto della certificazione verde non verrà licenziato, ma sarà allontanato dal posto di lavoro e ogni giorno di mancato servizio verrà contato come assenza ingiustificata. Inoltre non saranno versati i contributi e non verranno calcolati i giorni di ferie. Il controllo delle certificazioni avverrà tramite una app messa a disposizione dal governo.
Intanto non mancano i problemi riguardo il pass. Ieri il garante del Movimento 5 stelle, Beppe Grillo, sul suo blog ha proposto uno scambio di dati tra Sogei (che detiene le informazioni sul Green pass) e l’Inps per individuare i lavoratori sprovvisti della certificazione e fare in modo che “il costo del tampone sia solo anticipato dall’azienda ma pagato a conguaglio dall’Inps, come succede per la Cassa integrazione guadagni ordinaria sui versamenti dei contributi aziendali”. Parere uguale a quello del leader della Lega, Matteo Salvini, ma che va a scontrarsi con quello del ministro del Lavoro Andrea Orlando che ieri ha replicato al fondatore del M5s: “Così significa che chi si è vaccinato ha sbagliato”.
Critica anche la situazione Green pass nei porti. Una circolare del Viminale raccomanda alle imprese “di mettere a disposizione del personale sprovvisto di green pass test molecolari o antigenici rapidi gratuiti”, per poi puntualizzare che gli operatori economici “potranno valutare” che misure adottare. A Trieste il Coordinamento dei lavoratori portuali ha annunciato ieri uno sciopero a partire dal 15 ottobre contro la certificazione, spiegando che non accetterà neanche i tamponi gratuiti: “Non scenderemo a patti fino a quando non sarà tolto l’obbligo del Green pass per lavorare”. A Palermo le società di gestione al Porto affermano invece che “non si faranno carico dei tamponi ai portuali”.