La Cina si appresta a esaminare fino a 200mila campioni di sangue prelevati nella città di Wuhan prima dell’esplosione della pandemia. L’indagine è volta a scoprire delle dinamiche ancora poco chiare circa l’origine e la diffusione dell’epidemia come quello dello spillover, ovvero il passaggio del coronavirus dall’animale all’uomo. A riportarlo in esclusiva è la Cnn, che cita come fonte un “funzionario cinese”.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha individuato nel febbraio di quest’anno l’archivio di campioni sanguigni risalenti al 2019 e conservati nel Wuhan Blood Center. L’Oms ha esercitato numerose pressioni sul governo cinese per l’analisi di questa banca di campioni biologici: in essi potrebbero essere disponibili una serie di informazioni fondamentali circa l’origine del virus Sars-Cov-2. I campioni in questione sono stati raccolti poco prima della scoperta del contagio, proprio quando, pensano gli esperti, sarebbe iniziata la diffusione dell’agente patogeno. Se conservati correttamente, i campioni potrebbero contenere indicazioni cruciali sui primi anticorpi prodotti dall’uomo contro la malattia, hanno aggiunto gli esperti. Si potrebbe risalire a chi è stato infettato per primo, ai dati demografici di base, all’età, al genere, al quartiere in cui vivevano queste persone che per prime hanno fronteggiato il virus.
Rimane da sciogliere il nodo della modalità. Subito sono state avanzate delle perplessità circa l’integrità delle analisi cinesi, per questo i campioni dovrebbero essere analizzati in un luogo neutrale, come Ginevra, dove ha sede l’Oms, anche per depoliticizzare i risultati. Ancora aperta anche l’ipotesi, sostenuta soprattutto dagli Stati Uniti, che il virus non abbia origini naturali, ma provenga dall’istituto di virologia di Wuhan. L’amministrazione Biden ha revisionato le informazioni sull’origine del virus e i funzionari americani hanno ritenuto entrambe le teorie sulle origini del virus plausibili. Lo stesso presidente Usa ha dichiarato che “informazioni critiche sulle origini di questa pandemia esistono, fin dall’inizio, ma i funzionari del governo cinese hanno lavorato per impedire agli investigatori internazionali e ai membri di la comunità globale della sanità pubblica dall’accedervi”.