“Riforma del catasto, aumenti di Imu e tasse sulla casa? Oggi e domani, dalla Lega un secco no”. Lo ha dichiarato il leader del carroccio Matteo Salvini in una nota, all’indomani dello strappo con il governo Draghi sulla nuova riforma del Fisco, minacciando un non più tanto velato ritorno all’opposizione.
“Noi abbiamo dato prova di uno spirito costruttivo, di senso di responsabilità, di volontà e di condivisione, abbiamo fatto proposte concrete su tanti temi – ha spiegato il responsabile economico della Lega Alberto Bagnai -. È un po’ difficile però stare in maggioranza essendo trattati come se si fosse all’opposizione, senza che vengano dati i documenti, ma poi vengono imposti tempi per l’esame”.
Proprio ieri, infatti, a ventiquattr’ore dalla debacle elettorale alle amministrative, il leader leghista, contestando un ritardo nella consegna dei testi relativi alla legge delega, ha scelto di far disertare a Giancarlo Giorgetti, Massimo Garavaglia ed Erika Stefani il Consiglio dei ministri su una delle riforme più attese del governo. Inevitabilmente sono arrivate dure critiche da parte di tutte le altre forze politiche.
“Lo strappo di Salvini è gravissimo e irresponsabile, ma c’è un nesso evidente tra il disastro elettorale della Lega e il tentativo di far saltare il banco”, ha dichiarato il leader del Partito Democratico Enrico Letta in un’intervista al Corriere della Sera. A fargli eco anche Francesco Boccia, deputato e responsabile Enti locali della segreteria nazionale Pd, per il quale l’azione “è l’ennesima dimostrazione della schizofrenia che sta vivendo la Lega”. Dello stesso avviso anche il ministro del Lavoro Andrea Orlando che ha definito l’azione di Salvini “un fatto grave che non si può far passare sotto silenzio”.
Lo strappo leghista però ha visto il sostegno di Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, secondo cui la Lega “ha fatto bene a non votare una delega in bianco e tutto il centrodestra deve continuare a difendersi, dimostrando di essere la coalizione no tax che ha sempre detto di essere”.
Dal canto suo il premier Draghi non sembra intenzionato a fermarsi. “Ne prendo atto”, sono le poche parole con cui ha commentato ieri lo strappo in Cdm, prima che la riforma passasse. “L’azione di governo prosegue senza interruzioni, nonostante le diversità di vedute” ha aggiunto, garantendo che “con la riforma del catasto, che rinvia la revisione delle rendite al 2026, nessuno pagherà di più o di meno e ogni decreto delegato su Irpef, Iva, Irap avrà un sistema che non intende aumentare il gettito ma diminuirlo”.