“Un meteorite si sta abbattendo sull’economia americana. A questo punto non posso garantire che gli Usa eviteranno un default”. Queste le parole del presidente degli Stati Uniti Joe Biden, che nella notte ha pronunciato un duro discorso davanti alla nazione. La colpa, secondo l’inquilino della Casa Bianca, è dell’ostruzionismo “pericoloso” e “incosciente” dei Repubblicani, che hanno dimostrato di non voler agire sull’aumento del tetto del debito.
“Lo fanno solo per coprire il taglio delle tasse e l’aumento delle spese sotto Donald Trump, devono smetterla di giocare alla roulette russa con l’economia americana”, ha aggiunto Biden in conferenza stampa alla Casa Bianca, nella sua invettiva contro gli avversari politici. “Trump e la sua amministrazione – sottolinea – hanno fatto crescere il debito di 8 mila miliardi di dollari, oltre un quarto del debito complessivo accumulato in 200 anni di storia americana”.
Il presidente degli Stati Uniti aveva firmato in extremis nella serata del 30 settembre la legge che stanzia i nuovi fondi necessari per il funzionamento del governo federale Usa. Senza il via libera al provvedimento, approvato a poche ore dalla scadenza da entrambi i rami del Congresso, si sarebbe andati verso il cosiddetto shutdown: la paralisi di tutte le attività federali, con centinaia di migliaia di dipendenti sospesi e senza stipendio.
Il Congresso ha tempo fino al 18 ottobre per votare questo ulteriore provvedimento, ma per raggiungere l’obiettivo è necessario “trovare un percorso comune tra i due rami del parlamento”. Se questo non dovesse avvenire, ha ammesso chiaramente Biden rispondendo ai giornalisti, “non potrò garantire che gli Stati Uniti riusciranno pagare i loro conti dopo il 18 ottobre”. A rischio c’è non solo la sicurezza dei titoli del Tesoro Usa, ma anche “lo status di riserva del dollaro americano come valuta mondiale su cui il mondo fa affidamento”.
Scetticismo da parte non solo dell’opposizione repubblicana che vede nelle proposte del presidente un’agenda “tassa e spendi”, ma anche dall’ala più radicale della maggioranza, guidata dalla giovane deputata newyorkese Alexandra Ocasio-Cortez.