Sono ritenuti al servizio della cosca Crea di Rizziconi i quattro soggetti sottoposti questa mattina a fermo dai carabinieri del Ros con l’accusa di omicidio e detenzione illegale di armi. A far partire l’operazione coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria e Ancona è stata l’uccisione di Marcello Bruzzese. L’uomo era il fratello del collaboratore di giustizia Girolamo Bruzzese.
La “vendetta trasversale” della cosca di ‘ndrangheta della Piana di Gioia Tauro si è consumata il giorno di Natale del 2018. Gli uomini del clan hanno agito conoscendo la località protetta dove risiedevano i familiari del pentito Bruzzese. I sicari incappucciati hanno atteso Marcello Bruzzese fuori dalla sua abitazione, nel centro storico di Pesaro, in via Bovio, sparandogli contro un intero caricatore con una pistola automatica calibro 9. I provvedimenti di fermo di indiziato di delitto emessi dalle procure di Reggio Calabria e Ancona hanno avuto il supporto, in fase esecutiva, dei comandi provinciali di Ancona, Reggio Calabria, Catanzaro, Brescia, Napoli, Torino, Pesaro, Vibo Valentia e del Gruppo intervento speciale (Gis).
Ci sono stati anche cinque arresti nelle province di Brescia, Reggio Calabria e Vibo Valentia e 27 perquisizioni in tutta Italia a persone e società coinvolte nell’indagine condotta dalla Dda di Reggio Calabria. L’inchiesta è stata avviata nel maggio del 2020, a seguito del rinvenimento e sequestro di 42 tonnellate di tabacco, di provenienza estera, del valore di circa 8 milioni di euro, e di macchinari per la lavorazione del tabacco e il confezionamento di pacchetti di sigarette. I successivi sviluppi investigativi hanno condotto tra le altre cose a un arresto per usura il 30 luglio 2020.