All’Italia restano circa 100 giorni per approvare 42 delle 51 condizioni imposte dall’Unione Europea per accedere ai 191,5 miliardi di euro di fondi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, a cui si aggiungeranno i 30 miliardi garantiti dal Fondo complementare. Per questo motivo, già questa settimana potrebbe riunirsi la cabina di regia politica per l’attuazione del Pnrr, a cui parteciperanno il premier Mario Draghi, i ministri dell’Economia Daniele Franco, della Transizione Ecologica Roberto Cingolani e dell’Innovazione tecnologica Vittorio Colao.
Tra le misure da approvare, come spiega il Corriere della Sera, sono inclusi dei passaggi parlamentari sulla legge delega di riforma della giustizia, una revisione delle politiche attive del lavoro, una legge quadro sulla disabilità e una riforma universitaria, oltre alla legge delega sul fisco e il varo in Consiglio dei Ministri della legge attuale di concorrenza.
Sarà, dunque, decisivo il modo in cui sarà organizzato il lavoro nel governo, che dovrà prevenire conflitti di competenze fra i molti centri di coordinamento del piano e far sì che il Parlamento possa rispettare la propria agenda senza sosta. Sono sette, infatti, gli organi che formano la complessa governance che si occuperà del Pnrr: l’Ufficio semplificazioni, locato nel dipartimento della Funzione pubblica, l’Unità per la razionalizzazione e il miglioramento della regolazione, formato nel dipartimento per gli Affari giuridici e legislativi della Presidenza del Consiglio, un Ufficio centrale e un’unità di missione al ministero dell’Economia, la segreteria tecnica della cabina di regia a Palazzo Chigi e il Dipartimento politiche economiche della presidenza.
Intanto, un primo segnale sull’andamento del Piano si avrà già in questi giorni, quando scadranno il bando per i primi 500 laureati che lavoreranno ai suoi progetti (oggi) e quello per l’assunzione triennale di 8mila collaboratori nell’ufficio del processo (fra una settimana).