Si avvicina il ballottaggio del 9 e 10 giugno e a Roma, Gianni Alemanno e Ignazio Marino, i due candidati alla poltrona di primo cittadino, si preparano alla sfida politica puntando su diverse strategie, adeguate alle attitudini del proprio elettorato. Per Alemanno – dopo la débacle del primo turno – si prospetta infatti la difficile impresa di colmare un divario, rispetto alla coalizione di centrosinistra capitanata da Marino, di oltre 13 punti percentuali.
Il tutto per tutto di Alemanno. Il candidato di centrodestra, considerando i flussi della passata tornata elettorale romana, dove il maggiore partito di non votanti è risultato essere il Pdl, ha puntato risolutamente sulla chiamata generale alle armi, stampando dei manifesti con la scritta: “Vince chi vota”. Una strategia, quella di stanare sostenitori, che Alemanno ritiene l’unica percorribile: «Dobbiamo prendere i nostri elettori casa per casa – ha dichiarato il sindaco uscente durante una riunione con il suo gruppo di lavoro – mobilitare tutti nei quartieri, nelle periferie. Dobbiamo avere il controllo totale del territorio. Costi quel che costi». Alemanno, indossati i panni del generale, ha quindi caricato i suoi per portare a termine questa “proscrizione di massa”, fondamentale per la riuscita finale: «Alla fine di ogni battaglia per vincere entra in campo la fanteria. Voi siete proprio quella fanteria che, di casa in casa, persona per persona conquista il voto per arrivare insieme alla vittoria». E come in uno Stato Maggiore che si rispetti, Antonio Lucarelli, il caposegreteria, Simone Turbolente, il responsabile della comunicazione, Ester Mieli, la portavoce – i “luogotenenti” di Alemanno – hanno fatto propri gli appelli del candidato di centrodestra, divenendo a loro volta motivatori fondamentali, cinghie di trasmissione di un motore politico che sa di avere poco tempo a disposizione per capovolgere i risultati del 26 e 27 maggio.
La propaganda di Marino. Lo sfidante di centrosinistra ha invece imperniato la sua nuova campagna elettorale sull’orgoglio di sinistra, coniando lo slogan dal sapore partigiano “Liberiamo Roma”. Non solo: ha anche bandito quasi del tutto i confronti diretti con gli avversari concentrando il proprio impegno nell’organizzazione di incontri con i propri sostenitori nei punti chiave della città; sia nei quartieri che storicamente guardano a sinistra sia in quelli di solito ostili che però, nell’ultimo turno, hanno dato speranze concrete di poter eleggere presidenti di municipio della propria parte politica. Marino vuole infatti stravincere questo ballottaggio per dimostrare all’interno del suo partito come non ci si sia sbagliati nello scegliere lui come candidato di centrosinistra per Roma. E per farlo sta puntando anche agli elettori del Movimento 5 Stelle e di Alfio Marchini.
Fabio Grazzini