La seconda giornata del viaggio apostolico che ieri ha portato Papa Francesco anche a Budapest tocca oggi la Slovacchia. Il pontefice è atterrato a Bratislava ed ha tenuto un discorso nella cattedrale di San Martino. Diversi i temi trattati: dal ruolo dell’Europa, che per il pontefice deve distinguersi per solidarietà, fino alla pandemia intesa come “prova del nostro tempo”. Il papa ha invitato a dialogare anche con i non credenti: “una Chiesa che forma alla libertà interiore e responsabile è anche una Chiesa che sa dialogare con il mondo, con chi confessa Cristo senza essere dei nostri, con chi vive la fatica di una ricerca religiosa, anche con chi non crede”.
Il pontefice ha poi invitato i vescovi e il clero della Slovacchia alla “creatività”, ricordando loro di essere “figli di una grande tradizione”. Ha poi richiamato la predicazione e il ministero delle luminose figure dei Santi Cirillo e Metodio, compatroni d’Europa. “Essi ci insegnano che l’evangelizzazione non è mai una semplice ripetizione del passato” ha detto Papa Francesco.
Ieri il papa ha incontrato Orbán a Budapest. Durante l’incontro si è parlato del ruolo della Chiesa nel Paese, della salvaguardia dell’ambiente e della famiglia. Orbán ha chiesto a Francesco “di non far perire il cristianesimo in Ungheria” e insieme hanno discusso di difesa dalla crisi dei migranti afghani. Il papa ha detto ai vescovi che la diversità fa sempre un po’ paura perché mina le sicurezze acquisite ma è una grande opportunità per aprire il cuore al messaggio evangelico. È seguito poi l’invito a non chiudersi “in una rigida difesa” ma aprirsi all’incontro con l’altro.