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HomeCronaca Covid, oggi nuovo decreto sulle restrizioni
Chiusure fino al 30 aprile, scuole al 50%

Covid, oggi il nuovo decreto
Chiusure fino al 30 aprile
salvo calo dei contagi

Vince la linea più rigorista del governo

Previste norme anche per i medici no vax

di Tommaso Bertini31 Marzo 2021
31 Marzo 2021
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Italian Prime Minister Mario Draghi and Italian Health Minister Roberto Speranza (L) during a press conference , in Rome, 26 march 2021. ROBERTO MONALDO/ LAPRESSE/ POOL/ ANSA

Il Consiglio dei ministri oggi approverà il decreto con le nuove misure anti Covid per aprile, all’insegna del rigore per tutto il mese. Il governo, però, sta studiando un meccanismo per anticipare l’allentamento delle restrizioni se la situazione pandemica dovesse migliorare. Inoltre, saranno previste delle norme che obbligheranno gli operatori sanitari a vaccinarsi, pena la sospensione dal lavoro.

Dopo una giornata che ha visto aumentare il numero di contagi e vittime rispetto a lunedì, finisce il braccio di ferro tra aperturisti e rigoristi dentro la maggioranza di governo. Nell’incontro previsto per oggi pomeriggio, si metterà il punto sul nuovo Dpcm che imporrà, tra le varie misure, il prolungamento delle chiusure di bar e ristoranti fino al 30 aprile. Verranno aperte le scuole primarie e, se in zona arancione, fino alla terza media con lezioni in presenza al 50%. Le seconde case saranno raggiungibili, ma con forti limitazioni. Sarà, infine, possibile andare a trovare amici e parenti, anche se in zona rossa.

Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha quindi bocciato la linea dell’apertura in sicurezza proposta dal leader della Lega Matteo Salvini che  è comunque riuscito a ottenere la previsione di un meccanismo che dal 15, massimo 20 aprile, potrebbe portare a qualche riapertura nelle zone arancioni. A condizione però che i contagi scendano sotto i cento ogni 100 mila abitanti, e che la campagna vaccinale dia i risultati sperati.

Oltre al decreto con le nuove misure anti Covid, si lavora anche sulle norme riguardanti l’obbligo di vaccinazione del personale medico e sanitario. Si tratta del 3,5% dei lavoratori a contatto con i pazienti, dal pubblico al privato a chi lavora nelle Rsa. Si prevede la sospensione senza retribuzione per chi rifiuta la somministrazione, che terminerà a vaccinazione avvenuta o a pandemia finita.

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