Il Pil italiano tornerà a crescere nel 2021. Secondo il modello econometrico di stima elaborato da The European House Ambrosetti, infatti, avremo un rimbalzo “pari al 3,3%, con una forbice che va da +2,5% a +4,9% rispetto alla chiusura del 2020”. Lo ha comunicato l’amministratore delegato Valerio De Molli in occasione dell’apertura dei lavori del Forum Ambrosetti di primavera.
“Il nostro modello prende atto delle grandi incertezze che caratterizzano il 2021 a causa delle difficoltà di prevedere le evoluzioni della pandemia, le sue conseguenti ricadute economiche, la rapidità nella somministrazione dei vaccini e il ritorno alla normalità”, ha poi aggiunto. La difficoltà nel dare una stima precisa riguardo la crescita del Pil è testimoniata dalle diverse previsioni emerse nell’ultimo periodo. A conferma di ciò lo stesso De Molli ha precisato che “il Fondo monetario internazionale prevede per l’Italia un rimbalzo del 3,0% nel 2021, mentre l’Ocse si posiziona su una crescita del 4,1%”. Per il 2022, invece, i pochi istituti che rilasciano stime prevedono una crescita tra il 2,4% e il 4,0%, mentre solo il Fondo monetario internazionale si spinge al 2023 prospettando una aumento dell’1,7% per il nostro Paese.
È chiaro che il confronto con gli anni precedenti è impietoso. Per The European House Ambrosetti si potrà ritornare i livelli pre-crisi non prima del 2025, con un tasso di crescita annuale nel 2022 e 2023 rispettivamente del 2,6% e del 1,6%. Nei due anni successivi le stime parlano invece di un tasso medio di crescita pari all’1,5%.
De Molli ha poi sottolineato che per trovare una stabilità economica è fondamentale incrementare le somministrazione dei vaccini. “La vera sfida oggi è rappresentata dalla campagna di vaccinazione che viaggia a velocità molto diverse” ha detto l’amministratore delegato al termine dell’incontro.