La mafia ha sfruttato la pandemia per compiere operazioni da 5,2 miliardi di euro. È quanto stimato da una indagine dell’Unità di informazione finanziaria di Bankitalia. In particolare la criminalità organizzata sarebbe artefice di una grande speculazione sull’emergenza sanitaria. L’organismo antiriciclaggio della Banca d’Italia ha evidenziato che nel corso del 2020 è aumentato il pericolo di una forte penetrazione delle mafie “nel tessuto sociale e imprenditoriale, attraverso offerte di sostegno finanziario e protezione”.
L’indagine è presente nella relazione del XX Comitato per la “prevenzione e repressione delle attività predatorie della criminalità organizzata durante l’emergenza sanitaria” redatta dal direttore dell’Uif Claudio Clemente.
Nel testo emerge che solo nel primo semestre ci sono state 663 segnalazioni di operazioni sospette legate alla pandemia, di cui il 59% riguardava “truffe e illeciti nella fornitura di strumenti e dispositivi sanitari”. Ma la maggior parte degli “Sos riconducibili al fenomeno Covid-19” risalgono al secondo semestre dell’anno per un totale di più di duemila segnalazioni. I tentativi di truffa scoperti riguardano operazioni che vanno da 667 milioni a 5,2 miliardi di euro.
Il Sole 24 Ore ha riportato le parole del membro della Commissione Antimafia Paolo Lattanzio, che ha coordinato il documento del Comitato. Il deputato Pd ha spiegato che le mafie si muovono sia sul fronte economico che sociale. Nel primo caso intercettano fondi nazionali ed europei destinati alle imprese. Nel secondo tentano di sostituirsi allo Stato intervenendo “per soccorrere i cittadini in difficoltà, offrire servizi, prestare denaro, sobillare e orientare il malcontento”.