Non si conoscono ancora i motivi che hanno spinto un sedicenne in provincia di Treviso ad accoltellare una giovane runner, mediatrice culturale di 26 anni. Il minorenne ha spiegato agli inquirenti di aver tentato una rapina e di aver ferito la vittima perché opponeva resistenza. Una versione che al momento non convince gli inquirenti. Oggi il 16enne sarà ascoltato dal magistrato della Procura dei minori di Venezia incaricato di seguire il caso nell’udienza di garanzia.
Marta, in terapia intensiva per le ferite riportate, con l’aggravarsi del quadro clinico è stata sottoposta a un delicato intervento chirurgico ai polmoni. Per ora le condizioni sembrerebbero stabili.
Il 22 marzo la mediatrice culturale è stata aggredita e accoltellata durante il suo allenamento nelle strade di campagna del suo paese. A colpirla con venti coltellate e a lasciarla in fin di vita in un fossato al margine della strada, sarebbe stato un 16enne in bicicletta. Le urla della ragazza hanno attirato l’attenzione di due lavoratori di un cantiere della zona che hanno chiamato le forze dell’ordine e un’ambulanza, bloccando il 16enne. Il giovane è stato condotto al comando provinciale a Treviso.
“Siamo sconvolti da quello che è successo. Non siamo abituati a queste aggressioni” afferma il sindaco della cittadina in provincia di Treviso. “Gli inquirenti stanno ancora ricostruendo il movente e dell’aggressione stanno capendo cosa è successo. Si tratta di una strada dove la gente viene a passeggiare o fare footing. La ragazza stava passeggiando e c’è stata questa aggressione”.
Il sindaco ha parlato anche dell’aggressore: “Era conosciuto come un bulletto di quartiere, ha violato in più di un’occasione le norme anti-Covid. Nonostante questo non ci capacitiamo di quello che è avvenuto”.