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HomeSport Allegri è tornato a parlare: “Ho voglia di una panchina, la Juve ha cambiato tanto”

Allegri è tornato a parlare
"Ho voglia di una panchina
la Juve ha cambiato tanto"

L'allenatore analizza il flop europeo

"La tattica non basta, si deve correre"

di Enrico Scoccimarro22 Marzo 2021
22 Marzo 2021

Juventus' head coach Massimiliano Allegri during the press conference on the eve of the Champions League match against Tottenham at the Allianz Stadium in Turin, Italy, 12 February 2018. ANSA/ ALESSANDRO DI MARCOL

Un ritorno sulle scene proprio nel momento più emblematico della Juventus. È sembrata quasi programmata la comparsa di Massimiliano Allegri, ex tecnico bianconero, nella trasmissione “Calcio Club” di Sky Sport. Nel pomeriggio, infatti, la squadra allenata da Andrea Pirlo aveva subito la sconfitta più amara del campionato, che sembra definitivamente chiudere il discorso scudetto e trasformare la stagione in un vero e proprio fallimento.

L’allenatore toscano, che non parlava di calcio da oltre un anno, ha analizzato la crisi del calcio italiano e le sue prospettive di carriera, dopo i tanti successi in bianconero. “Ho voglia di tornare ad allenare, giugno sta arrivando. Non so ancora niente del mio futuro, adesso sto guardando delle partite e mi immedesimo nella testa degli allenatori immaginando che sostituzioni fare per esempio. Il Real Madrid mi cercò ma dissi di no perché già avevo dato la mia parola alla Juve. Spagna e Inghilterra hanno grande fascino, ma magari anche l’Italia, perché no”.

Chiare anche le sue posizioni sul fallimento delle italiane in Europa. Allegri analizza cause, effetti e soluzioni: “Dobbiamo rimboccarci tutti le maniche, le eliminazioni devono farci riflettere. Spesso si parlava di me in contrapposizione ai “giochisti”. Io sono cresciuto con allenatori vecchio stile e credo che non sia tutto da buttare, né questo né quello, serve equilibrio. Bisogna mettere al centro di nuovo il giocatore e lavorarci. La tattica serve, ma poi in Europa affronti giocatori che passano la palla a cento all’ora, bisogna tornare a lavorare sui settori giovanili e sulla tecnica individuale. A me dispiace dirlo, ma i giocatori sono diventati uno strumento per dimostrare che gli allenatori sono bravi”.

Quanto alla Juventus, il tecnico è tornato a parlare del suo divorzio, confermando come “fosse naturale dividersi dopo cinque anni con cinque scudetti e due finali di Champions”, ricordandoli come “anni irripetibili”. Il feeling si era quindi inevitabilmente affievolito: “Erano state fatte delle scelte di mercato importanti, credo sia difficile trasmettere ai giocatori le stesse cose dopo cinque anni e credo che questo sia stato uno dei motivi per cui abbiano deciso di cambiarmi. L’ultimo anno avevamo vinto il campionato in trenta partite poi siamo scemati un po’ ed è scemato anche quel rapporto.  E alla fatidica domanda “Ci torneresti alla Juve?” ha risposto: “Non lo so, non si può dire”.

Infine, non poteva mancare l’analisi sull’andamento stagionale dei bianconeri: “La Juve ha cambiato tanto, hanno fatto una buona squadra, sono in finale di Coppa Italia, stanno lottando per un posto Champions, hanno vinto la Supercoppa, poi la Champions è un’incognita – ha detto -. Gli acquisti sono buoni, Chiesa è un ottimo giocatore, lo stesso Morata, ma il centrocampo è stato cambiato in blocco, con la nuova generazione cambiano anche le caratteristiche dei giocatori. Devi andare a ricostruire l’anima di una squadra. Ci vuole calma, bisogna trovare giocatori che si completano. Forse poteva stare più vicina all’Inter, ma bisogna valutare tante cose”, ha concluso.

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