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HomeCronaca Openpolis, il report che evidenzia le difficoltà degli adolescenti

La povertà educativa
un problema per il futuro
degli adolescenti italiani

Solo il 6,1% ha a disposizione un pc

In Italia abbandono precoce al 13,5%

di Paolo Consolini16 Marzo 2021
16 Marzo 2021

epaselect epa09033903 Forerunners watch a jump during a training session at the 2021 FIS Nordic Skiing World Championships in Oberstdorf, Germany, 24 February 2021. EPA/GIAN EHRENZELLER

La pandemia ha acuito le difficoltà economiche e sociali con cui milioni di persone si trovano a convivere quotidianamente. Come dimostra lo studio di Openpolis, la libertà di poter scegliere il proprio futuro viene meno soprattutto in età adolescenziale. Molto spesso il luogo in cui si nasce o la condizione economica della propria famiglia incidono in modo decisivo sul proprio futuro.

Secondo il report, la povertà educativa è uno degli aspetti che condiziona maggiormente la vita dei giovani. In una società in cui non si può prescindere da una connessione Internet o da un dispositivo mobile, emergono dei dati allarmanti. Prima dell’emergenza il 5,3% delle famiglie con un figlio dichiarava di non potersi permettere l’acquisto di un computer, e appena il 6,1% dei ragazzi tra 6-17 anni viveva in una casa con disponibilità di almeno un pc per ogni membro della famiglia. La questione del superamento dei divari digitali per garantire accesso all’istruzione rimane un tema centrale e, come dimostrato dai dati raccolti, preesistente alla pandemia.

Allo stesso modo, secondo i dati di Openpolis, anche il livello di istruzione dei genitori influenza notevolmente le decisioni in età adolescenziali. Basti pensare che in quasi 2/3 dei casi i figli di chi non ha il diploma non si diplomano a sua volta.

Molte delle difficoltà incontrate dagli adolescenti derivano da una mancanza di istruzione o da un abbandono precoce degli studi. A guidare questa preoccupante classifica è Malta, con un percentuale di abbandono precoce del 16,7%. L’Italia raggiunge un allarmante 13,5%.

Un altro aspetto fondamentale riguarda l’impatto della diseguaglianze sociali. Chi ha alle spalle una famiglia con status socio-economico-culturale alto, nel 54% dei casi raggiunge risultati buoni o ottimi nelle prove di italiano. Per i loro coetanei più svantaggiati, nel 54% dei casi il risultato è insufficiente. Durante l’adolescenza il divario tra alunni svantaggiati non si riduce, ma al contrario si allarga in modo evidente.

La condizione sociale di una famiglia è determinata in alcuni casi anche dal luogo di origine. Misurando il livello di competenza alfabetica il contrasto è lampante. L’87% dei capoluoghi del nord Italia presenta un risultato superiore alla media italiana (200). Nell’Italia meridionale e centrale la quota di Comuni che superano questa soglia scende rispettivamente al 25% e al 36%.

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