Dati scientifici e valutazioni politiche. Sono questi i due cardini su cui ruota la giornata di confronto tra governo e Regioni, in attesa del Consiglio dei ministri di domani che, sulla base dei dati settimanali dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), darà agli italiani le nuove regole con cui affrontare questa fase acuta della pandemia. Sul tavolo c’è l’ipotesi che le scelte non vengano più adottate con un Dpcm, ma con un decreto legge per coinvolgere il parlamento. L’orientamento dell’esecutivo è arrivare a criteri automatici perché scatti la zona rossa, blindare Pasqua con un lockdown sul modello natalizio e rafforzare le restrizioni nella zona gialla. Ma su norme più rigide a livello nazionale nei weekend c’è un confronto aperto nella maggioranza. Pd e M5S sono per stringere in maniera netta, mentre per il capo politico della Lega Matteo Salvini “nel fine settimana non servono più chiusure, ma più controlli”.
Altro punto dolente è l’entrata in vigore delle misure. Se il ministro della Salute Roberto Speranza chiede una stretta fin da lunedì prossimo, per il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri “la chiusura non deve essere improvvisa, ma lasciare il tempo ai cittadini per organizzarsi”. Intanto, l’epidemia avanza a causa delle varianti, registrando nella giornata di ieri altri 22.409 casi, con un tasso di positività del 6,2%, in crescita dello 0,5 % rispetto al giorno precedente e altri 332 morti: in aumento anche le terapie intensive con 71 pazienti in più nel saldo tra ingressi e uscite.
In attesa delle decisioni governative di domani, le Regioni si stanno muovendo con restrizioni locali per contenere il contagio. In Campania, zona rossa, il presidente della regione Vincenzo De Luca ha interdetto al pubblico, con ordinanza valida fino al 21 marzo, parchi, ville comunali, lungomare e piazze, mentre in Puglia il governatore Michele Emiliano ha disposto la chiusura delle scuole nelle province di Bari e Taranto da venerdì 13 marzo fino al 6 aprile.