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Navalny, Usa e Ue sanzionano
i fedelissimi di Putin
per l'avvelenamento

Il Cremlino si oppone

"Atto ostile, sanzioni inaccetabili"

di Michela Pagano03 Marzo 2021
03 Marzo 2021

(FILE) - Russian President Vladimir Putin (L) talks to First Deputy Chief of Staff of the Presidential Office Sergei Kiriyenko (R) during a meeting with members of the working group on proposals for amendments to the Russian constitution, in Moscow, Russia, 26 February 2020 (reissued 15 October 2020). ANSA/ALEXEI DRUZHININ / SPUTNIK / KRE MANDATORY CREDIT

“La Russia risponderà alle nuove sanzioni di Ue e Usa per il caso Navalny contro alcuni alti dirigenti statali in base al principio di reciprocità e nel rispetto degli interessi nazionali, ma si tratta di sanzioni assolutamente inaccettabili, una mossa ostile antirussa”. Lo ha dichiarato il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, all’indomani del rapporto dell’intelligence americana che ha certificato le responsabilità della Russia per l’avvelenamento del dissidente Alexey Navalny lo scorso agosto e che ha spinto la neo amministrazione Biden a varare sanzioni contro sette alti dirigenti del Cremlino vicini a Putin.

Tra questi il capo dei servizi segreti Fsb Alexander Bortnikov, il primo vice capo dello staff del Cremlino Serghiei Kiriyenko, i vice ministri della Difesa Aleksei Krivoruchko e Pavel Popov, il procuratore generale Igor Krasnov, il direttore del Servizio penitenziario federale Aleksander Kalashnikov e il capo del dipartimento di politica interna del presidente russo Andrei Yarin. Per i sette, le sanzioni comportano il congelamento dei beni negli Usa e il divieto per i cittadini americani di fare affari con loro. Gli alti dirigenti del Cremlino sono stati condannati anche dall’Unione Europea, che ha imposto loro il divieto di circolazione e il congelamento dei loro beni nei Paesi Ue, l’impossibilità ad aprire conti bancari e il divieto di possedere proprietà private. Gli Stati Uniti hanno inoltre esteso le restrizioni all’export in Russia di materiale che potrebbe essere usato per la produzione di agenti chimici e biologici. 

È la prima volta che sanzioni del genere vengono approvate con i nuovi poteri della Global Human Right Sanctions Regime, la versione europea del Magnitsky Act, che consente a Bruxelles di imporre misure punitive in tutto il mondo a chi viola i diritti umani.

Intanto, la Cina si schiera dalla parte del Cremlino, ritenendo che il caso Navalny faccia “interamente parte degli affari interni della Russia e che le forze esterne non abbiano alcun diritto di interferire”, come ha affermato il ministro degli Esteri Wang Wenbin.

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