Attesa per il rapporto della National Intelligence americana che potrebbe sconvolgere le relazioni tra Arabia Saudita e gli Stati Uniti di Joe Biden. Il documento prodotto dalla Cia accusa formalmente il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman di essere coinvolto nell’uccisione del giornalista Jamal Khashoggi, avvenuta a Istanbul nel 2018.
La Cnn ha inoltre riferito che i due jet privati usati dagli assassini per uccidere il giornalista appartenevano a una compagnia di cui il principe si era impossessato un anno prima. Queste informazioni sono contenute in alcuni documenti top secret depositati in una causa civile in Canada intentata contro bin Salman da Saad al Jabri, ex capo antiterrorismo saudita in esilio.
Il principe ereditario ha sempre negato ogni coinvolgimento, ma ha accettato la responsabilità come leader de facto del Paese senza grandi ripercussioni. L’ex presidente Donald Trump, infatti, aveva sempre salvaguardato l’immagine e mantenuto buoni rapporti con il leader dell’Arabia Saudita, che insieme a Israele costituiva il principale alleato Usa nella regione. Questo rapporto potrebbe invece creare un danno di immagine notevole.
Ieri c’è stata la chiamata del presidente Biden al re saudita, Salman bin Abdulaziz al-Saud. Da un lato, si intendeva informare il re del contenuto del rapporto prima della sua pubblicazione. Dall’altro la telefonata voleva avviare quella che la portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki, ha definito come un’operazione per “ricalibrare” le relazioni tra i due Paesi.
Dopo il ritiro dell’appoggio Usa nella guerra in Yemen e lo stop alla vendita di armi al regime saudita, Il cambio di passo si nota anche dal fatto che come “unica controparte” sia stato scelto il re 85enne, e non il principe, come invece avveniva durante la presidenza Trump.