Ieri il voto di fiducia al Senato, oggi tocca alla Camera. È già iniziato il dibattito sulla fiducia, che il presidente del Consiglio sta seguendo dai banchi del governo, sospeso dalle 12 alle 13:30 per la sanificazione dell’Aula. Le dichiarazioni di voto saranno invece dalle 18.30 alle 20, quando avrà inizio la chiama per la votazione di fiducia.
Il governo Draghi ha ieri incassato una larga fiducia a Palazzo Madama: i ‘sì’ sono stati 262, 40 i ‘no’ e 2 gli astenuti. Ben 101 voti in più dunque rispetto alla maggioranza assoluta fissata a 161, ma appena 19 in meno della “quota Monti” che nel 2011 aveva raggiunto il primato di 281 voti favorevoli. Un obiettivo comune prefissato nel suo discorso: ricostruzione. Ricostruire come nel Dopoguerra, con lo stesso spirito che aveva guidato i governi dell’epoca.
Quindici ‘no’ a Draghi sono arrivati dal Movimento 5 stelle, altri otto pentastellati non erano presenti. “Chi non ha partecipato alla fiducia sarà espulso”, ha annunciato su Facebook il capo politico del Movimento 5 stelle, Vito Crimi, che spiega: “Si collocano, nei fatti, all’opposizione. Per tale motivo non potranno più far parte del gruppo parlamentare del Movimento al Senato”. Anche sugli assenti ha annunciato il pugno duro: “Se non saranno giustificate da comprovate motivazioni di salute o stato di necessità, anche per loro sarà prevista la sanzione più grave”. Intanto Elio Lannutti – tra gli espulsi pentastellati – è pronto a fare ricorso, mentre Barbara Lezzi – che guida i ribelli espulsi – si candida al nuovo direttivo del Movimento.
Nella Lega invece l’eurodeputato Vincenzo Sofo, fidanzato con Marion Lepen, figlia di Marine, ha annunciato la decisione di lasciare il movimento politico guidato da Matteo Salvini in seguito al suo voto di fiducia a favore. “Non posso condividere il percorso intrapreso entrando nella grande alleanza a sostegno del neonato governo Draghi, il quale temo che provvederà passo dopo passo a un reset di tutto ciò per il quale ci siamo battuti” si legge in una nota. Sofo lascia quindi il gruppo Identità e Democrazia e annuncia la volontà di restare al Parlamento europeo passando al gruppo dei Conservatori e Riformisti (Ecr) guidato da Giorgia Meloni.