E’ morto Don Gallo, il prete della strada. Napolitano: “Era amato per il suo impegno per i poveri”.
Resterà aperta fino a venerdì la camera ardente di San Benedetto al Porto, a Genova, per permettere che don Andrea Gallo riceva l’ultimo saluto. Il prete è morto ieri all’età di 84 anni, dopo una lunga malattia. I funerali si svolgeranno, con ogni probabilità, sabato.
Sempre in prima linea. “Sogno una Chiesa non separata dagli altri, che non sia sempre pronta a condannare, ma sia solidale, compagna, a fianco dei bisogni delle donne e degli uomini”. Queste parole di don Gallo tratteggiano l’ambizione del prete genovese, che ha sempre dato filo da torcere ai suoi superiori. Abbandona la vita terrena con la realizzazione di un sogno, diventato realtà: “una chiesa povera per i poveri”. Proprio la missione del pontificato di Papa Francesco ricalca il percorso per cui Don Gallo si è speso in una vita intera. Nonostante lobby, scandali e Vatileaks, è ancora possibile con Papa Francesco, una Primavera della Chiesa. Per il sacerdote sono necessari quattro elementi: “partecipazione attiva, sinodalità, cioè che la Chiesa diventi un cantiere aperto, si apra a un mutato rapporto primato-episcopato, episcopato-presbiterato-chierici-laici, ascolto e dialogo”.
La comunità di San Benedetto al Porto. La sua vita, spesa per la pace e il recupero degli emarginati, non risparmia critiche ai superiori. Don Gallo non ha mai obbedito, e di questo ne è andato sempre fiero. Dopo un periodo tra i salesiani, nel 1964 lascia la congregazione fondata da san Giovanni Bosco ed entra a far parte del presbiterio della sua arcidiocesi di Genova. Più tardi, nel 1975, fonda la Comunità di San Benedetto al Porto, concretizzando il suo progetto per la diffusione dello spirito solidale e di pace. Senza disdegnare anche l’interesse per tematiche socio-politiche.
Le grandi battaglie e la politica. L’uomo dalle mille battaglie. Anche, e soprattutto per questo, Don Gallo resterà impresso nella memoria dei più. Un impegno sovversivo che lo porta a attirare su di sé l’antipatia delle gerarchie ecclesiastiche. Chiede la legalizzazione delle droghe leggere; nel 2008 aderisce idealmente al V2-Day di Beppe Grillo; nel 2009 partecipa al Genova Pride lamentando le incertezze della Chiesa cattolica nei confronti degli omosessuali. I suoi contenuti vengono accusati dalla Curia di non essere religiosi, ma politici, non cristiani ma comunisti. Don Gallo sarà ricordato anche come icona e faro per i movimenti, per la sinistra radicale, per le associazioni in difesa dei diritti civili.
Il cordoglio di Napolitano. “Era amato per il suo impegno per i poveri”. Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato alla Comunità di San Benedetto al Porto un messaggio di cordoglio: “Ho appreso con tristezza e rammarico la notizia della scomparsa di Don Andrea Gallo, sacerdote amato per la sua forza spirituale e il suo impegno sui temi della povertà, dell’emarginazione e dell’esclusione sociale. Con sentimenti di sincera partecipazione, esprimo ai familiari, alla comunità di San Benedetto al Porto, alla diocesi e alla città di Genova, il mio sentito cordoglio”.
Gianluca Natoli