Secondo giorno di processo per impeachment nei confronti dell’ex presidente americano Donald Trump, accusato di aver incoraggiato l’attacco a Capitol Hill da parte dei suoi sostenitori lo scorso 6 gennaio. Il Senato degli Stati Uniti ha riconosciuto la costituzionalità del processo, nonostante la tesi portata avanti dai Repubblicani, secondi cui il Congresso non ha il potere di sanzionare un presidente che ha già lasciato il proprio incarico.
I Democratici, però, hanno sostenuto che questo procedimento servirebbe a censurare “gravi crimini e misfatti” compiuti da un’alta carica politica. La costituzionalità del procedimento è avvenuta con il voto favorevole di 50 senatori democratici e ben 6 senatori repubblicani, dopo la visione di un video presentato dal deputato democratico Jamie Raskin. Nel video appare Trump mentre invita i cittadini a protestare contro i presunti brogli elettorali oltre a numerose immagini dell’assalto al Congresso. “Senatori, questo non può essere il futuro dell’America” ha spiegato Raskin. “Non possiamo avere presidenti che incitano la violenza della folla contro il nostro governo e contro le nostre istituzioni” ha aggiunto il deputato.
Oggi a mezzogiorno (le 17 in Italia), inizierà il dibattimento vero e proprio. I legali dell’ex presidente bollano l’impeachment come un’operazione meramente politica e avvertono: “Se va avanti si rischia di distruggere il Paese”. Parole lette dai media americani come un richiamo alla guerra civile.
In realtà, secondo molti giornalisti, Donald Trump verrà assolto dalle accuse. Per una condanna servirebbero 66 voti a favore da parte del Senato, quindi ben 10 in più di quelli attualmente contati. Inoltre nessun presidente, finora, è mai stato sottoposto a questa procedura dopo la conclusione del mandato e l’impeachment non è un procedimento propriamente giudiziario, ma politico.