Continuano per il terzo giorno consecutivo in Myanmarle proteste contro il golpe delle forze armate, capeggiate dal generale Min Aung Hlaing, che hanno assunto pieni poteri mettendo in galera tutti i leader politici più importanti. Tra gli arresti- oltre quello di Aung San Suu Ky- ci sono anche il consigliere di Stato, l’attuale presidente Win Myint e altri leader democratici.
Migliaia di manifestanti sono scesi in piazza contro la giunta militare. Alle 10 più di mille persone hanno protestato nella capitale economica Yangon e in altri centri del paese. Molti residenti hanno sfilato per le strade della città con le proprie macchine come avvenuto a Tangu. “Liberate Suu Kyi e il presidente Win Myint” e “Abbasso alla dittatura militare” sono stati gli slogan portati in piazza dai manifestanti.
Secondo quanto riferito dal giornale The Irrawaddy, gli abitanti di Yangon hanno iniziato la giornata battendo pentole e coperchi da balconi e finestre, mentre a Mandalay sono scese in piazza decine di migliaia di persone. Nel Karen si sono tenute marce verso gli uffici governativi. Le proteste hanno interessato le città principali del Myanmar, con grande partecipazione popolare. Finora la giunta militare non ha usato la forza per reprimere le proteste, oggi però la polizia ha utilizzato gli idranti contro i manifestanti nella capitale Naypyidaw, ferendo due persone e ha sparato colpi di armi da fuoco d’avvertimento per disperdere la folla a Myawaddy.
Il nuovo regime ha lanciato un duro avvertimento alla popolazione tramite la tv di Stato. “Occorre agire secondo la legge con misure efficaci contro i reati che disturbano, impediscono e distruggono la stabilità dello Stato. La sicurezza pubblica e lo stato di diritto” si legge nel comunicato letto al canale Mrtv.