Mario Draghi potrebbe oggi ricevere l’incarico dal Presidente della Repubblica. Finisce così l’era Conte. Proprio in questi istanti l’ex presidente della Bce ha raggiunto il Colle per accettare l’incarico e cercare di risolvere una situazione più che mai critica. Non sarà semplice certamente, ma buona parte del panorama politico italiano crede che l’ex governatore di Bankitalia sia la persona più indicata per far ripartire il nostro Paese.
Del resto il suo curriculum parla chiaro: dalla laurea con Federico Caffè, economista di altissimo profilo, alla celebre frase “Whatever it takes”, pronunciata al culmine dell’attacco speculativo contro l’euro, la carriera dell’ex presidente della Bce è sempre stata caratterizzata da competenza e grande impegno.
Il presidente della Repubblica, nel suo discorso di ieri, ha mostrato grande fiducia in Draghi e ha sottolineato che “serve un governo di alto profilo che non debba identificarsi con alcuna formula politica”. La decisione di Mattarella, però, ha determinato forti reazioni all’interno del Movimento 5 stelle, che ha da subito negato il suo appoggio a un governo guidato da Draghi. “Non lo voteremo”, ha annunciato Vito Crimi, capo politico del partito. La loro posizione è chiara: nessun appoggio a un governo di tecnici.
L’artefice della crisi, Matteo Renzi, festeggia ora l’arrivo di Draghi. “Ora è il momento dei costruttori. Ora tutte le persone di buona volontà devono accogliere l’appello del Presidente Mattarella e sostenere il governo di Mario Draghi”, ha scritto sui propri profili social l’ex sindaco di Firenze. Anche il Pd apre a un possibile dialogo. Lo ha lasciato intendere il vicesegretario del partito Andrea Orlando, che ha però ammonito: “Non basta dire ‘Viva Draghi, bisogna dargli una mano”.
Il centrodestra, invece, appare diviso. Giorgia Meloni ha ribadito che l’unica soluzione è andare alle urne, mentre il leader della Lega Salvini, riferendosi a Draghi, ha detto che “il problema non è il nome, ma che cosa vuole fare e con chi”. Per la Lega, comunque, la prospettiva rimane il voto a giugno. In ogni caso oggi è atteso il vertice del centrodestra che potrà chiarire meglio le idee dell’opposizione.