24 morti, 237 feriti e oltre un miliardo di dollari di danni: anche se le aspettative funeste delle prime ore sugli effetti del tornado dell’Oklahoma si sono fortunatamente ridimensionate, il cataclisma del 20 maggio si è dimostrato essere uno dei “super twister” più distruttivi della storia americana. Tra le vittime anche nove bambini, sette morti in una scuola priva di rifugio anti-uragani e altri due rimasti uccisi in un secondo istituto. Intanto negli Stati Uniti crescono le polemiche sul preavviso irrisorio con il quale è stato dato l’allarme, minuti preziosi che avrebbero potuto salvare molte vite.
L’incredibile ritardo. L’avviso è infatti stato dato dal servizio meteorologico nazionale solo 16 minuti prima che la mega tromba d’aria si sfogasse per oltre 40 minuti sulle17 miglia di terra dello stato dell’Oklahoma comprese tra Newcastle e la città di Moore. Un indugio al momento inspiegabile che ha spinto tanti americani a domandarsi quali siano state le sue vere cause. Episodio deprecabile fortunatamente equilibrato dal lavoro dei mezzi di informazione, il cui apporto determinante è stato riconosciuto all’unisono sia dal governatore Mary Fallin che dal sindaco di Oklahoma City, Mick Cornett, i quali hanno ringraziato i giornalisti per aver «capito subito che questa non era una tempesta come le altre, raccontandola momento per momento. Diffondendo i loro allarmi ciascuno di loro ha salvato la vita di centinaia di persone».
Inadeguato poi il numero di strutture sotterranee messe a disposizione dal comune di Moore, rifugi anti-tornado sovraffollati a causa della loro scarsità: la città infatti – una modesta comunità rurale – non ha mai avuto a diposizione le migliaia di dollari necessari per costruirne in numero sufficiente.
La solidarietà di Obama. E mentre gli abitanti dell’area colpita hanno iniziato lo sgombero ammassando detriti e lamiere ai lati delle strade, il presidente statunitense Barack Obama in un discorso alla nazione ha manifestato loro tutta la sua vicinanza: «La popolazione dell’Oklahoma dovrà affrontare un enorme dolore, ma il paese sarà al loro fianco per tutto il tempo necessario. Ho assicurato al governatore dello Stato e al sindaco di Oklahoma City – ha aggiunto il presidente – che avranno tutto l’aiuto di cui hanno bisogno. Staremo a fianco dei loro concittadini con tutte le strutture federali a disposizione, per recuperare e aiutare eventuali altri sopravvissuti».
Fabio Grazzini