La seconda ondata e le nuove misure restrittive hanno modificato l’economia europea. Questo ciò che emerge dagli ultimi comunicati della Bce nel bollettino economico pubblicato questa mattina.
Dopo il forte calo nella prima metà del 2020 infatti, nel terzo trimestre il Pil dell’area Euro ha fatto registrare un forte recupero (+12,5%) ma la Bce ricorda che “la seconda ondata e il connesso intensificarsi delle misure a partire dalla metà di ottobre dovrebbero determinare un nuovo calo significativo dell’attività nel quarto trimestre”.
Prospettive dunque non sono rosee, anche perché le previsioni della Bce formulate a dicembre sono state riviste al ribasso, con un Pil a -7,3% nel 2020, +3,9% nel 2021, +4,2% nel 2022 e 2,1% nel 2023: “I rischi per le prospettive di crescita nell’area restano orientati al ribasso ma sono divenuti meno pronunciati. Sebbene le notizie riguardanti la distribuzione dei vaccini siano incoraggianti, i rischi al ribasso restano legati alle implicazioni della pandemia per le condizioni economiche e finanziarie”.
Tuttavia, viene sottolineata l’importanza delle misure prese a dicembre per sostenere l’attività economica e l’inflazione dell’area: in particolare il rilancio a 1.850 miliardi del piano di acquisti di debito per l’emergenza esteso “almeno sino alla fine di marzo 2022” e il potenziamento del maxi-finanziamento Tltro-III per il credito all’economia.
La Bce monitora anche la situazione relativa ai posti di lavoro durante la pandemia, Nei primi mesi dall’inizio della pandemia, per esempio in Francia oltre il 33% dei dipendenti è stato interessato da una riduzione dell’orario di lavoro. Lo stesso è avvenuto in Italia con il 30%, il 21% in Spagna e il 15% in Germania: livelli che sarebbero tornati ad aumentare nel quarto trimestre.
L’Italia è fra i paesi con più deficit nell’Eurozona con percentuali superiori al 7,5% del Pil, ma nel bollettino si specifica che “un orientamento di bilancio ambizioso e coordinato rimarrà essenziale fino a quando non si registrerà una ripresa duratura”.