L’uomo della Cupola torna a colpire. Ancora una volta si tratta dell’imprenditore triestino di 47 anni Marcello Di Finizio che da ieri pomeriggio si è calato dalla cupola di San Pietro e ha srotolato uno striscione per gridare “Stop al massacro, no all’Euro”. Non è nuovo a gesti come questo e qui, è la sua terza volta. Il suo non è un suicidio ma una protesta pacifica. Il problema è che Marcello Di Finizio ha un volto noto, anche troppo per passare inosservato alla gerdarmeria vaticana. Per questo motivo, ogni volta che tenta imprese come questa, si traveste bene per eludere i controlli.
Dall’alto della Cupola più famosa al mondo, al telefono con noi, chiede aiuto a Letta e al ministro delle infrastrutture Lupi. Prega anche Papa Bergoglio. Del suo stabilimento balneare e dei suoi 15 dipendenti oggi conserva solo un bel ricordo. Tutto ha inizio nel 2010 quando Di Finizio rileva l’attività di uno stabilimento balneare con annesso ristorante. Chiede un prestito alle banche e queste glielo concedono. Poi il tempo passa e le cose cambiano. Oggi ha dovuto licenziare tutti i suoi 15 dipendenti e le banche non gli fanno più credito. Equitalia gli ha addirittura pignorato la casa. .“Amo la vita, dice, e per questo la metto a repentaglio”. “Non voglio suicidarmi ma fare una protesta pacifica”, continua. E aggiunge: “Siamo in balìa delle multinazionali. Il settore balneare copre l’8% del PIL italiano. Un numero enorme che pochi conoscono. Per questo motivo tutti dovrebbero prendere esempio da me e scendere nelle piazze per ribellarsi”. Con questi gesti protesta contro lo Stato. Indossa una maglietta rossa e sventola la bandiera tricolore, lui che, nonostante abbia perso tutto, è orgoglioso di essere italiano. Conclude infine con: “Se cado giù, e questo può accadere viste le condizioni meteorologiche delle ultime ore, dite pure che mi ha ucciso lo Stato”.
Lorenzo Caroselli
