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HomeCronaca Maxi operazione anti-pedopornografia: arresti in tutta Italia

Pedopornografia
arresti in tutta Italia
anche neonati tra le vittime

Oltre 300 agenti nella maxi operazione

432 persone coinvolte, 81 italiani

di Paola Palazzo16 Dicembre 2020
16 Dicembre 2020

Una maxioperazione anti-pedopornografia è in corso in tutta Italia, con l'impiego di oltre 300 uomini della polizia Postale che stanno eseguendo perquisizioni e arresti, in flagranza, in 53 province e 18 regioni. Gli agenti, che hanno lavorato per diversi mesi sotto copertura su Telegram e WhatsApp, hanno smantellato 16 associazioni criminali ed identificato oltre 140 gruppi pedopornografici. Sono 432 le persone coinvolte in tutto il mondo: 81 sono italiani, 16 dicembre 2020. ANSA / us polizia +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++

Centinaia di persone si scambiavano foto e video pedopornografici attraverso Telegram e WhatsApp. È quanto emerso questa mattina da una maxi operazione anti-pedopornografia della Polizia postale, ancora in corso in tutta Italia.

Un lavoro sotto copertura che dura da due anni, quello degli agenti della polizia Postale di Milano e del C.N.C.P.O., il Centro nazionale per il contrasto della pedopornografia online del servizio polizia postale di Roma, coordinate dagli aggiunti Letizia Mannella e Eugenio Fusco e dai pm Barilli e Tarzia. Oltre 300 gli uomini delle forze dell’ordine che in queste ore stanno eseguendo perquisizioni e arresti, in flagranza, in 53 provincie e 18 regioni.

Quella della Postale di oggi è la più imponente operazione di Polizia degli ultimi anni contro la pedopornografia online. Sono state smantellate 16 associazioni criminali e identificati oltre 140 gruppi pedopornografici. Delle 432 persone coinvolte, 81 sono italiani, di cui due erano tra i principali gestori e amministratori delle attività e del reclutamento dei nuovi sodali. Si tratta di un ottico settantenne napoletano con collaborazioni universitarie e un disoccupato ventenne veneziano.

Utilizzavano canali e chat per scambiarsi il materiale che ritraeva vere e proprie violenze sessuali su minori. Gli abusi, in particolare, riguardavano prevalentemente bambine e bambini in tenera età e, in alcuni casi, anche neonati.

Oltre allo scambio di video e immagini di violenze su bambini, in alcuni casi i presunti pedofili individuati nel maxi blitz avrebbero offerto anche la possibilità di avere “contatti diretti” con minori vittime di abusi. “Durante il lockdown e la pandemia” ha spiegato Mannella “i bambini sono molto più indifesi e più facilmente vittime di adescamenti”.

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