Ieri sera il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato la convocazione di un referendum per l’introduzione della lotta al cambiamento climatico in Costituzione. Il presidente ha parlato alla Convenzione dei cittadini per il clima, dove ha dichiarato di voler introdurre “la conservazione dell’ambiente, della biodiversità e la lotta al cambiamento climatico” nell’articolo 1 della Carta.
La Convenzione è un organo istituito l’anno scorso dal governo. Composto da 150 cittadini estratti a sorte, raccoglie le proposte in materia ambientale durante incontri periodici. Nonostante l’annuncio del presidente, sarà necessaria l’approvazione del Parlamento prima di poter sottoporre il quesito referendario ai cittadini. Questo passaggio non sarà per nulla scontato, dato che la proposta ha suscitato reazioni negative da parte di diversi esponenti politici.
Da un lato il primo ministro Jean Castex, in una intervista a Europe 1, ha sostenuto la necessità di programmare questo referendum entro la scadenza del mandato. Questo per evitare che l’iniziativa cada nel dimenticatoio. Tuttavia non ha voluto dare dettagli sulla calendarizzazione, a causa delle possibili complicazioni dovute alla crisi sanitaria. Dall’altro lato le opposizioni: nella migliore delle ipotesi l’operazione viene descritta come inutile. Ma tra tutti gli interventi spicca quello del capogruppo dei Repubblicani in Senato, Bruno Retailleau, che invece accusa Macron di voler mascherare il suo “bilancio negativo in campo ecologico”. A complicare il quadro è il fatto che attualmente il Senato abbia una maggioranza di destra.
Commenti negativi anche da Greenpeace, che definisce l’annuncio “sostanzialmente simbolico”, da parte di un presidente che “ha brillato per interventi vuoti, senza novità”.
