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HomeCronaca Coronavirus: in Italia sale all’11% il rapporto positivi/tamponi

Cresce il rapporto
tra tamponi e positivi
Si rischia la terza ondata

È il Veneto la regione italiana

con il maggior numero di nuovi casi

di Thomas Tomassini10 Dicembre 2020
10 Dicembre 2020

Tamponi per il Coronavirus Covid-19 effettuati in macchina a Caravaggio, 16 aprile 2020. ANSA/STEFANO CAVICCHI

Continua a salire il rapporto casi/tamponi, passando dal 9,9% al 10,8%. Secondo il report settimanale dell’Oms sui dati globali, l’Italia resta fra i cinque paesi con il più alto numero in termini di contagi settimanali, nonostante si registri un calo del 20 %.

Il Veneto è la regione con il numero più alto di nuovi casi: sono 2.427 nelle ultime 24 ore a fronte di 10.798 tamponi effettuati, che fanno salire il totale a 173.371. Si registrano 29 morti, per un totale di 4.403. Nelle terapie intensive ci sono 346 pazienti in relazione ai 2.815 presenti nei reparti ordinari degli ospedali.

Gli attualmente positivi sono 81.018. Secondo un report settimanale stilato da Azienda Zero, dal 30 novembre al 6 dicembre sarebbe aumentata la percentuale di positivi in relazione al numero di tamponi: 34,8% rispetto al 33,2% di sette giorni prima.

Massima attenzione, questo chiedono gli esperti per scongiurare il pericolo di una terza ondata a gennaio. “Ogni inverno parte l’influenza e a gennaio rischiamo grosso se, invece di chiudere la seconda ondata, con i nostri comportamenti facciamo partire la terza”. Con queste parole il presidente dei medici di Pesaro Paolo Maria Battistini, dopo essere stato confermato ai vertici dell’Ordine provinciale fino al 2024, ammonisce gli italiani, perché non tornino a far salire i contagi.

“Il rischio è la terza ondata, un fatto ormai quasi certo”, spiega Fabrizio Pregliasco, ricercatore dell’Università degli Studi di Milano e direttore sanitario dell’istituto Galeazzi di Milano, che durante la trasmissione Agorà su rai 3 ha ribadito la necessità di proseguire con il contenimento.

Come si evolverà la situazione nei prossimi mesi dipenderà, anche, da come si comporteranno gli italiani. L’imperativo resta quello di attenersi alle regole nel rispetto di tutti.

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