L’esordio del “cashback” è stato un mezzo fallimento. Le adesioni hanno superato ogni più rosea aspettativa, ma nel giorno del debutto l’app adibita al rimborso dei pagamenti è andata completamente in tilt a causa delle eccessive richieste.
L’app “Io” non è stata in grado di sostenere i numerosi download, che hanno già toccato quota 7,6 milioni. Soltanto un utente su quattro è riuscito a registrarsi regolarmente, perché il sistema ha continuato a impallarsi, rendendo vani i tentativi di caricare nuovi metodi di pagamento.
Le evidenti difficoltà hanno portato a un’ipotesi proroga, con uno slittamento del termine del cashback dal 31 dicembre, attualmente indicato, al 6 gennaio. In questo modo ci sarebbe più tempo per superare i primi ostacoli e completare gli acquisti necessari per il rimborso.
Tuttavia la questione non è così semplice, poiché la misura dovrebbe rientrare all’interno di un eventuale decreto Milleproroghe. C’è poi l’ipotesi che il cashback possa essere inserito all’interno della legge di Bilancio, ma le tempistiche ridotte rendono il tutto più complicato.
Sulla falsa partenza del cashback si è espresso il premier Giuseppe Conte, che si è scusato pubblicamente per i ritardi e i malfunzionamenti del servizio. Dalla presidenza del Consiglio, però, fanno sapere che da oggi pomeriggio per registrare le carte ci sarà una procedura più semplice, in modo tale da garantire il funzionamento dell’app.
Il cashback non è certo il primo flop digitale durante l’era della pandemia. A fagli compagnia, infatti, ci sono il click day dell’Inps e il bonus mobilità. Nel primo caso il sito dell’istituto nazionale della previdenza sociale era stato letteralmente preso d’assalto e i sistemi si erano bloccati nel giro di pochi minuti. Anche per il bonus finalizzato all’acquisto di bici elettriche e monopattini si era trasformato in una disfatta, con il crollo dei server e il successivo sovraffollamento che aveva portato più di 600 mila utenti in fila.