Uniti contro l’orrore, oggi più che mai. La Francia commemora il quinto anniversario degli attentati del 13 novembre 2015 che causarono 130 morti. Durante la tragica notte, il più grave attentato terroristico di matrice islamista in Europa, un commando di attentatori ha colpito sei volte in 33 minuti, sparando all’impazzata sulla folla, in strada e nei locali, soprattutto fra giovani che stavano trascorrendo il venerdì sera fuori casa. Furono colpiti lo Stade de France, i locali del centro di Parigi e il Bataclan, diventato oggi luogo iconico della lotta contro il terrore.
A dare il via all’ondata di morte è stata l’impressionante esplosione fuori dallo Stade de France, intorno alle 21.20, per poi continuare l’escalation di terrore in tutto il centro città, sparando coi kalashnikov sulla folla. L’atto terroristico culmina al teatro Bataclan, dove suonavano gli Eagles of Death Metal: un kamikaze si fa esplodere, poi gli spari ed infine la presa degli ostaggi che dura per tre ore.
“Fluctuat nec mergitur”, “sbatte nelle onde ma non affonda”, ha twittato il primo ministro Jean Castex, rievocando lo storico motto di Parigi, utilizzato in risposta al terrore. La prima cittadina parigina, Anne Hidalgo, ha annunciato che la Tour Eiffel si spegnerà questa notte per poi riaccendersi a tutte le ore in ricordo delle vittime.
Si stringe anche il mondo politico attorno alla capitale transalpina. Il capogruppo del Partito Popolare Europeo, Manfred Weber, ricorda la strage e l’importanza della difesa dei valori liberali europei. Anche i socialisti e democratici (S&D) europei esprimono il loro cordoglio ponendo attenzione a combattere l’oscurantismo e il terrore coltivando costantemente la nostra sete di libertà e apertura agli altri. Messaggi di solidarietà anche dall’Italia. Enrico Letta, in un tweet in francese, esprime la vicinanza al popolo francese e auspica una reazione unitaria contro la follia del terrorismo islamista.
Anche Mohammed Al-Issa, segretario generale della Lega Musulmana mondiale, in un’intervista al Corriere condanna apertamente i crimini compiuti in nome dell’Islam, che “non hanno nulla a che vedere con la fede religiosa e che sono compiuti da persone malvagie”.