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HomeCronaca Caso Autostrade, spuntano nuovi elementi. L’ex Ad Castellucci agli arresti domiciliari

Aspi sotto accusa
per aver ridotto le spese
per la manutenzione

Ministro Boccia: "Il tempo è scaduto"

Ma il nuovo ad rassicura

di Niccolò Pescali12 Novembre 2020
12 Novembre 2020

A general view of the demolition "pile" 10 and 11 Morandi bridge with micro-explosive charges, in Genoa, Italy, 28 june 2019. The new viaduct replacing the Morandi bridge is expected to be completed by 2020. The Morandi bridge partially collapsed on 14 august 2018 killing 43 people. ANSA/LUCA ZENNARO

Spunta un fascicolo satellite, nato dall’indagine sul crollo del ponte Morandi nel quale persero la vita 43 persone. I primi a farne le spese sono gli ex vertici della società: Giovanni Castellucci, amministratore delegato fino a gennaio 2019, Paolo Berti, ex direttore centrale operativo e Michele Donferro Mitelli, ex responsabile manutenzioni.

Tutti e tre, già coinvolti nel procedimento penale sul crollo del ponte, sono finiti ai domiciliari. L’accusa della procura di Genova è di attentato alla sicurezza dei trasporti e frode in pubbliche forniture a causa della cadute delle barriere antirumore nella carreggiata per il forte vento. Autostrade per l’Italia si mobilitò per far luce sull’accaduto, tuttavia, scrive la gip Paola Faggioni, “al fine di evitare ingentissime spese per l’immediata sostituzione, sono state adottate misure del tutto inadeguate”. Gli avvocati dell’ad Castellucci sono corsi ai ripari dichiarando stupore nel riscontrare l’accusa che, in ogni caso, non riguarda il crollo del ponte.

Nel corso delle indagini vengono alla luce anche alcune intercettazioni piuttosto gravi. Berti e Mitelli nello scambio di messaggi vocali su WhatsApp dichiarano il pessimo stato dei cavi del viadotto Polcevera e il totale disinteresse nel riparare tale incuria. Andando avanti vengono a galla altri particolari agghiaccianti riguardo le resine delle barriere definite “difettose ed inefficaci” oltra ad altre dichiarazioni: “lì sembra incollato col Vinavil” ammette uno degli indagati.

Il ministro Francesco Boccia minaccia: “Il tempo è scaduto, questa stagione si è conclusa: se non si chiude, revochiamo”. Il nuovo ad Roberto Tommasi rassicura: “ho provveduto a rimuovere tutta la prima linea dei manager proprio per evitare influenze di alcun tipo” e ancora “siamo tranquilli per la trasparenza delle azioni che abbiamo messo in campo, a partire da un ingente piano di manutenzioni”. I nuovi elementi a disposizione degli inquirenti e le frizioni col governo, tuttavia, non lasciano intravedere tempi tranquilli per Aspi.

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