Botte e pestaggi alla “Million marijuana march”, il corteo che si è tenuto a Roma, lo scorso 4 maggio, per la legalizzazione della cannabis. Un episodio di violenza, in piazzale dei Partigiani, ha aperto la manifestazione: un giovane di circa vent’anni è stato aggredito da quattro coetanei, con pugni e calci alla schiena, a poche decine di metri da alcuni mezzi blindati dei carabinieri.
Il ragazzo è rimasto a terra per alcuni minuti, sanguinando dalla bocca. Non ha comunque riportato ferite gravi. Si è trattato forse di una vendetta: il ragazzo avrebbe venduto della droga a una ragazza amica degli aggressori. La giovane sarebbe morta in seguito all’assunzione delle pasticche vendute dal giovane pusher.
La sfilata da Piramide fino alla Bocca della Verità. Doveva essere una protesta pacifica, tra bandierecon la foglia di marijuana al vento, camion, striscioni e migliaia di persone che hanno preso parte alla parata per dire “no” alla legge Fini-Giovanardi e per promuovere il referendum per l’abrogazione della stessa. «Chiediamo la fine delle persecuzioni nei confronti dei consumatori di cannabis – hanno detto gli organizzatori della marcia – accesso immediato all’uso terapeutico, diritto a coltivare liberamente la pianta, bene comune, patrimonio dell’umanità». Ma c’è soprattutto un punto su cui i manifestanti sono tutti d’accordo: la lotta contro tutte le mafie, e contro il proibizionismo che le arricchisce, questo è stato lo slogan urlato dai dimostranti. Le cifre parlano chiaro. È in crescita il numero di adolescenti che in Italia fa uso di droghe. Secondo le stime del Cnr sono in tutto 600mila i consumatori, di cui 500mila fanno uso abitualmente di cannabis, 60mila di cocaina, e 30mila di oppiacei. La manifestazione si è svolta contemporaneamente in altre città del mondo, tra cui Lione, Buenos Aires. La prima edizione di questo evento risale al 1999. Da allora sono state 714 le città che hanno aderito, appartenenti a 63 nazioni diverse.
I Radicali partecipano alla marcia. L’iniziativa è stata appoggiata apertamente dai Radicali, che da trent’anni hanno abbracciato la causa, militando in prima linea «Anche quest’anno condividiamo gli obiettivi dell’iniziativa – ha detto Riccardo Magi, segretario dei Radicali di Roma – vogliamo ottenere la fine delle persecuzioni nei confronti dei consumatori di cannabis. Il proibizionismo è una delle facce con cui il totalitarismo sta già rivivendo nelle nostre istituzioni, producendo morte, dolore e disperazione nelle carceri, nelle strade, nelle famiglie, calpestando i diritti e la vita degli individui a beneficio delle mafie». Lo scorso giovedi 2 maggio la proposta di legge è stata presentata anche alla Camera, durante una conferenza stampa.
Annalisa Cangemi