Da emergenza sociale a vera e propria mattanza. Nonostante appelli, spot, convegni e giornate a tema dedicate, il femminicidio in Italia sta assumendo proporzioni impressionanti. Un’escalation che, in appena due giorni (tra il 2 e 3 maggio), ci ha consegnato cinque nuovi omicidi, tutti dalla medesima matrice. Ilaria, Alessandra, Chiara; e ancora Maria e Letizia: ragazze, donne, giovani madri che hanno visto la propria vita interrompersi troppo presto per mano di chi, fino a poco tempo prima, era al proprio fianco o aspirava ad esserlo. Un copione visto e rivisto; separazioni non accettate o rancori sommersi che esplodono in tutta la loro violenza nel momento del distacco. Dall’inizio dell’anno sono 34 le donne uccise; le ultime in ordine di tempo a Roma, Bari e Livorno a distanza di poche ore l’una dall’altra.
I casi più recenti. Chiara Di Vita, 28 anni romana, è stata uccisa in casa dal suo compagno, una guardia giurata, mentre il nonno della loro bambina stava aspettando la piccola fuori da scuola; Christian Agostini, questo il nome dell’assassino, avrebbe aspettato di rimanere solo in casa con la donna, per sparare con la stessa pistola usata tutti i giorni. Qualche ora prima era stato il turno di Alessandra Iacullo, 30enne di Acilia (vicino Ostia), uccisa a coltellate in una via poco illuminata del litorale romano e ritrovata senza vita vicino al suo scooter; forse il tentativo del suo assassino di simulare un incidente. C’è poi la storia di Ilaria Leone, giovane chef uccisa a Castagneto Carducci, vicino Livorno; il suo killer? Ablaye Ndoye, spacciatore senegalese, che avrebbe reagito ad un rapporto sessuale negato strangolando la ragazza a mani nude, abbandonandola esanime. Ma il femminicidio non ha risparmiato neanche madre e figlia. È il caso di Maria Chimienti e Letizia, uccise in casa a Sannicandro di Bari con una lucida freddezza da Michele Piccolo, marito e padre delle due.
Emergenza senza confini. Una piaga, quella del femminicidio, che accomuna tristemente sempre più donne: da nord a sud, di qualsiasi estrazione e ceto sociale, la sensazione è che il livello di sicurezza si stia abbassando a livelli inaccettabili. Un tema che, finalmente, anche le istituzioni stanno affrontando “di petto”. E mentre gli intellettuali si mobilitano firmando una petizione contro la violenza sulle donne, ecco arrivare in pochi giorni due uscite che promettono battaglia: dapprima le dichiarazioni di Josefa Idem, neo ministro per le Pari Opportunità, che ha messo ai primi posti della propria agenda la creazione di una task force anti femminicidio. Iniziativa che ha subito raccolto l’elogio del presidente della Camera, Laura Boldrini. Un impegno che, secondola Boldrini, deve partire il prima possibile, magari iniziando dal proibire l’uso del corpo femminile nelle pubblicità per «non far passare il concetto che è un oggetto e ci puoi fare quello che vuoi». Una missione con un’unica parola d’ordine: fare presto.
Marcello Gelardini