Neonazisti alla sbarra. La Germania si confronta ancora una volta con uno dei capitoli più bui della sua storia. Oggi a Monaco, capoluogo della Baviera, è partito uno dei più importanti processi del dopoguerra nei confronti di un gruppo di ispirazione neonazista.
La prima udienza, che si è tenuta il 17 aprile scorso, era stata rinviata a causa delle polemiche sulle procedure e sull’esiguo numero di posti messi a disposizione della stampa, che avevano impedito a molti inviati della stampa estera di accreditarsi.
Fin dai primi giorni il tribunale di Monaco, seguendo la procedura, non aveva attribuito posti ai media di Ankara, proprio tenendo presente che ben otto delle vittime del gruppo neonazista erano di origine turca. La decisione dei magistrati aveva scatenato una crisi diplomatica tra Berlino e la Turchia, risolta con il rinvio del processo e l’estrazione a sorte dei posti riservati alla stampa. Ai media turchi erano stati garantiti quattro posti.
Berlino, a fine aprile, si è scusata pubblicamente con le Nazioni Unite per gli errori commessi durante l’inchiesta, riconoscendo che questi assassinii razzisti «hanno rappresentato senza il minimo dubbio una delle minacce più gravi ai diritti dell’uomo in questi ultimi anni in Germania». In settimana sono previsti tre giorni di udienza; oltre 600 testimoni che saranno chiamati a parlare davanti ai cinque giudici del tribunale. Un esercito di 500 poliziotti è stato dispiegato davanti al tribunale di Monaco, dove sono avvenuti cinque dei nove omicidi. La 38enne Beate Zschaepe, è la principale imputata, originaria dell’ex Ddrl. È accusata di nove omicidi a sfondo xenofobo oltre che a due attentati contro comunità straniere e 15 rapine in banca. Tutti fatti avvenuti tra il 2000 e il 2006. La donna, che ha vissuto tredici anni in clandestinità, si è trincerata dietro un silenzio assoluto dopo essersi consegnata alla polizia, l’8 novembre 2011. Uwe Boehnhardt (34 anni) e Uwe Mundlos (38 anni), i due complici e i presunti assassini, si sono suicidati il 4 novembre 2011. Assieme costituivano la cellula neonazista Nsu (Nationalsozialistische Untergrund). Inoltre, si aggiungono alla lunga lista degli imputati anche quattro persone sospettate di aver fornito un supporto logistico alla cellula. Dalle indagini condotte fin dal loro arresto, sono emersi presunti legami fra l’estrema destra e la polizia o l’intelligence tedesca.
Germania, al via processo a cellula neonazista
06 Maggio 201354