Il quarantunenne in stato di fermo dopo la morte dei due adolescenti di Terni “ha ammesso dal primo momento di avere ceduto loro del metadone, lo stesso che gli viene fornito presso il Sert, essendo seguito come tossicodipendente”. Lo afferma l’avvocato Massimo Carignani, difensore dell’uomo. Il legale ha incontrato questa mattina il suo assistito, che si trova nel carcere di Sabbione dalla tarda serata di ieri. Domani, davanti al giudice Barbara Di Giovannantonio, è prevista l’udienza di convalida del fermo.
“Ci ho potuto parlare poco perché singhiozzava – aggiunge l’avvocato Carignani parlando dell’incontro con il fermato -. E’ un uomo distrutto, si sente in colpa per quello che è successo e ha finora prestato il massima della collaborazione agli investigatori”. Per il legale ogni altra valutazione sulle indagini dovrà essere fatta “solo dopo una perizia tossicologica”, che dovrà chiarire cosa ha provocato la morte dei due ragazzi.
Questi – riferisce sempre l’avvocato Carignani – avrebbero incontrato il quarantunenne, per la cessione della sostanza, “tra le 21 e le 21,30 di lunedì sera nel quartiere San Giovanni”. Proprio “nella disponibilità” dello stesso quartiere – e non come appreso in un primo momento nell’abitazione del fermato – è stata rinvenuta la bottiglietta sequestrata dai Carabinieri che, si ritiene, conterrebbe la sostanza assunta dai due giovani. Venerdì verrà affidato l’incarico delle autopsie, che dovrebbero svolgersi nella stessa giornata presso l’ospedale di Perugia.