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HomePolitica Recovery Fund, il piano in sette punti per rilanciare l’Italia

Ecco il Recovery Plan
le idee del governo
per l'Italia post-Covid

Il premier espone un piano in 7 punti

Gualtieri: "Mes fattore di stabilità"

di Mariacristina Ponti27 Maggio 2020
27 Maggio 2020

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, con il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, durante la riunione del Consiglio dei ministri per l'approvazione della nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza, Roma, 30 settembre 2019. ANSA/UFFICIO STAMPA PALAZZO CHIGI/FILIPPO ATTILI +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++

Ha preso carta e penna per scrivere a due giornali un piano. Il suo piano per l’Italia, in sette punti. Giuseppe Conte ha scritto una lettera e l’ha inviata al Corriere della Sera al Fatto quotidiano. Obiettivo: spiegare agli italiani cosa il governo intende fare, come rilanciare l’Italia, messa in ginocchio dalla pandemia e dal successivo periodo di lockdown. E sullo stesso argomento, anche il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha rilasciato un’intervista al “Foglio”.

“Sono giorni importanti” inizia il premier, introducendo il Recovery Plan: si punterà su nuove infrastrutture e sul rilancio delle opere pubbliche, ci sarà attenzione anche per gli “incentivi alla digitalizzazione, ai pagamenti elettronici e all’innovazione”, punti che smart working e didattica a distanza hanno mostrato palesemente fragili. Uno sguardo anche al mondo delle imprese: “Dobbiamo moltiplicare gli strumenti utili a rafforzare la capitalizzazione e il consolidamento delle imprese, anche al fine di sostenere l’attività delle filiere produttive nella fase di ripresa, con particolare riguardo a quelle in maggiore sofferenza”, si legge ancora nella lettera di Conte.

Secondo l’avvocato degli italiani serve poi “una decisa azione di rilancio degli investimenti pubblici e privati e una drastica riduzione della burocrazia”, tenendo sempre d’occhio la criminalità organizzata: per questo, prosegue Conte, “introdurremo misure che valgano a realizzare una rivoluzione culturale nella pubblica amministrazione. I funzionari pubblici, pur in un’ottica di rigore e trasparenza, devono essere incentivati ad assumersi le rispettive responsabilità”, continua il capo dell’esecutivo.

Il quarto e il quinto punto strizzano l’occhio ai più giovani, grazie alla “graduale ma decisa transizione verso un’economia sostenibile, legata al green deal europeo”, ma soprattutto per il “grande investimento per il diritto allo studio e per l’innovazione dell’offerta formativa, affinché l’Italia sia tra i primi posti in Europa per giovani con titoli di studio universitari”.

Capitolo giustizia. L’obiettivo dichiarato dal presidente del Consiglio è chiaro: “Abbreviare i tempi della giustizia penale e civile” e riformare il codice civile. “Tutti e tre questi progetti di riforma – scrive Conte – sono ora in Parlamento. Invito i gruppi parlamentari a confrontarsi con la massima speditezza”. Anche il diritto societario rientra a pieno titolo, “introducendo modelli di governance più snelli ed efficienti” così da attrarre più facilmente, nel nostro Paese, investitori italiani ed esteri.

Infine, l’annuncio dell’introduzione di “una serie riforma fiscale”, a oggi “un dedalo inestricabile” che porta a un fisco iniquo e inefficiente: bisogna avere il coraggio, secondo il premier, di riordinare il sistema delle deduzioni e delle detrazioni. Si deve fare pulizia, “distinguendo i debiti recuperabili da quelli che non lo sono e rendere più trasparente la giustizia tributaria”, conclude Conte.

Dalla lettera del presidente del Consiglio all’intervista al ministro dell’Economia Roberto Gualtieri: nella sua chiacchierata con il giornale di Claudio Cerasa, si parla anche di Mes, definito un “fattore di stabilità”, ma che ancora si sta valutando l’opportunità di utilizzare: “Limitare la risposta europea al Mes, per di più con le tradizionali condizionalità macroeconomiche applicate alle sue linee di credito, sarebbe stato insufficiente e inadeguato, e per questo l’Italia si è impegnata ad ampliare la gamma degli strumenti comuni per affrontare la crisi e a modificare le regole di ingaggio del Mes”, risponde il titolare del Mef a domanda diretta, non riservandosi di ringraziare il capo del governo per aver combattuto e vinto la battaglia in seno all’Unione europea. Gualtieri poi ricalca Conte e anticipa il piano del governo in Europa: “Già nel decreto Rilancio – afferma – vi sono interventi significativi che vanno in questa direzione, da quelli sulla capitalizzazione delle Pmi agli incentivi sull’efficienza energetica, fino all’investimento senza precedenti sull’università e la ricerca”.

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