A finire vittime di truffe online sono stati in tanti. Tra loro anche la giornalista Milena Gabanelli, che attraverso i canali social del Dataroom del Corriere della Sera ha denunciato apertamente Hyperztech, un sito su cui lei stessa a metà marzo ha acquistato per 60 euro quattro mascherine, che non sono mai arrivate.
A proposito di merce non consegnata, a Caserta durante il mese scorso due presunti truffatori sono stati denunciati dalla Guardia di finanza con l’accusa di aver pubblicizzato online la vendita a prezzi bassi di mascherine e igienizzanti, mai inviati ai clienti, guadagnando in meno di una settimana 100mila euro.
Milioni di falsi Dpi sono stati invece sequestrati durante il lockdown: l’ultimo caso si è registrato a Frosinone, dove le fiamme gialle hanno denunciato tre persone e preso in custodia un milione di mascherine, vendute come Dispositivi di protezione individuale con false indicazioni di conformità e un marchio Ce contraffatto.
Non è andata diversamente nel Barese, dove sono state sequestrate in maniera preventiva somme di denaro pari a circa 24mila euro a un esercente proprietario di un’attività di commercio all’ingrosso di ferramenta, con sede ad Altamura. L’uomo è indagato per manovre speculative e truffa aggravata, in relazione alla vendita di mascherine. Già a marzo, peraltro, in 23 comuni delle province di Bari e BAT, erano stati sequestrati 38mila prodotti – mascherine, gel e salviette per le mani – per un valore complessivo di 250mila euro.
Ma non solo mascherine: a Capaci, in provincia di Palermo, i finanzieri hanno sequestrato 195 confezioni di normale prodotto detergente per le mani, venduti però come disinfettanti. A Roma invece alcuni detersivi sono stati messi in vendita da due commercianti come igienizzanti per le mani. Sono stati denunciati per frode e manipolazione di prodotti destinati al commercio in modo pericoloso per la salute pubblica.