Il grande quesito dell’Italia sotto il Covid-19 è sempre stato: quanti sono effettivamente i contagiati nella più grande pandemia del ventunesimo secolo? E da questo interrogativo parte oggi la vasta indagine epidemiologica su scala nazionale per capire quante persone, in Italia, hanno sviluppato gli anticorpi al Coronavirus.
Centocinquantamila test sierologici, distribuiti in 2.000 comuni italiani: questo il campione, che servirà a stimare le dimensioni e l’estensione del virus che ha messo in ginocchio il mondo. Ma servirà anche per tracciare un quadro di quelli che sono i soggetti più colpiti: i fattori presi in considerazione per definire il campione, infatti, sono sesso, età, regione di appartenenza e attività economica. E dovranno servire anche per indirizzare le politiche a livello nazionale e regionale e modulare le misure di contenimento del contagio.
L’indagine è in collaborazione con il ministero della Salute e l’Istat, ma si avvale anche del contributo volontario degli uomini della Croce Rossa Italiana, che avranno il compito di arrivare alle persone.
Anche l’adesione è volontaria e i test sono gratuiti, come ha più volte ribadito il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, anche nell’informativa alla Camera del 21 maggio e “la riservatezza dei partecipanti sarà mantenuta per tutta la durata dell’indagine”, si legge nella nota del ministero, Istat e Cri. Per sensibilizzare ancora di più la popolazione a sottoporsi all’indagine su base campionaria, su tutte le reti Rai andrà in onda uno spot dedicato al progetto, e tantissime locandine verranno appese nei muri di farmacie e parafarmacie, grazie alla collaborazione di Federfarma e alla Federazione dell’Ordine dei Farmacisti Italiani.
La Lombardia, la regione più colpita in Italia, sarà anche la regione con il campione più alto: 20mila individui contro i 10mila delle altre grandi regioni e i 4 mila di quelle più piccole o, comunque, meno toccate dalla pandemia.
Come avverrà però nel concreto il test? I volontari della Croce Rossa contatteranno telefonicamente le persone selezionate e fisseranno un appuntamento per il prelievo, che potrebbe essere eseguito anche a domicilio se la persona risulta essere fragile o vulnerabile. A tutti i soggetti che parteciperanno verrà assegnato un numero d’identificazione anonimo per l’acquisizione dell’esito del test, che verrà gestito dal gruppo di lavoro dell’indagine e divulgato solo agli enti autorizzati, spiegano ancora dalle istituzioni. Ogni Regione avrà il compito di informare gli individui che si sono prestati all’indagine della propria positività o negatività al test sierologico.