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HomeEsteri Respingimento migranti, la “strage di Pasquetta” arriva alle Nazioni Unite

Migranti respinti da Malta
La "strage di Pasquetta"
arriva alle Nazioni Unite

Aperta inchiesta sul mancato soccorso

Avvenire: 12 morti in acque territoriali

di Laura Bonaiuti22 Maggio 2020
22 Maggio 2020

Una combo tratta dalla foto pubblicata sul profilo Twitter di Alarm phone, Roma, 20 maggio 2020. TWITTER

Il caso della cosiddetta “Strage di Pasquetta”, in cui persero la vita dodici migranti alle coste di Malta, arriva ai piani alti delle Nazioni Unite. L’Alto commissariato per i rifugiati (Unhcr-Acnur) e l’Organizzazione internazionale delle migrazioni (Oim) si dicono “profondamente preoccupati per le notizie secondo cui alcuni Stati avrebbero ignorato o ritardato le risposte alle richieste di soccorso”.

Tutto è nato da un’inchiesta esclusiva, pubblicata contemporaneamente dai quotidiani The Guardian e Avvenire, che inchioderebbe Malta alle sue responsabilità su un respingimento avvenuto nelle sue acque territoriali. I fatti risalgono al 12 aprile scorso. Il video diffuso dalle due testate mostra una motovedetta militare di Malta che prova a ostacolare un gruppo di migranti che a nuoto tenta di raggiungere le coste dell’isola.

Nel filmato le coste maltesi sono riconoscibili alle spalle della motovedetta militare.

Secondo i calcoli fatti dalle testate giornalistiche, i profughi si trovavano quindi a non più di sei miglia dalla costa e quindi in acque territoriali maltesi. I migranti erano a quel punto sotto la responsabilità di Malta e non potevano essere allontanati, ha scritto Avvenire. Dalle testimonianze e dalle immagini si vede come i profughi siano stati respinti con manovre rischiose di un pattugliatore maltese, che poi avrebbe rimesso in moto il gommone dotandolo di carburante e di un nuovo motore. Obblighi per le autorità “non possono essere sostituiti dall’offerta di carburante e di aiuti – si legge ancora nella nota da Ginevra -. Gli Stati devono fare ogni sforzo per soccorrere prontamente le persone in difficoltà, poiché anche un ritardo di pochi minuti potrebbe fare la differenza tra la vita e la morte”.

Adesso gli inquirenti siciliani stanno cercando di ricostruire l’accaduto. Il primo passo sarà sentire il racconto dei sopravvissuti: 51 migranti tuttora detenuti nella prigione libica di Tariq al Sikka, sottoposti a privazioni e abusi. Secondo Unhcr e Oim sarebbe connesso alla strage anche il dirottamento di un altro barcone, avvenuto poche ore prima, con a bordo 101 persone dirette verso l’Italia.

Mentre la vicenda acquista contorni più nitidi e interessa le Nazioni Unite, si registra anche qualche reazione politica. Il ministro per gli Affari europei Vincenzo Amendola ai microfoni di Radio 24 ha detto che “quella di Malta è un’azione non coordinata con i partner”. La Valletta dunque avrebbe agito senza avvertire le autorità italiane. E di nuovo ieri i vertici militari dell’isola si sono rifiutati di commentare le inchieste giornalistiche, tuttavia senza smentire la ricostruzione. “Sto predisponendo un’interrogazione al ministro Luigi Di Maio ma anche alle ministre Lamorgese e De Micheli. È l’ora di fare luce su una questione che non può e non deve essere ignorata”, ha annunciato la parlamentare del M5s Yana Ehm, componente della commissione esteri alla Camera.

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