HomeEsteri Amphan devasta l’Asia: il superciclone causa 22 morti e tre milioni di evacuati

India e Bangladesh a rischio
superciclone causa 22 morti
Tre milioni di evacuati

Si teme tsunami con onde di cinque metri

Il primo ministro: "Peggio del Covid-19"

di Camilla Canale21 Maggio 2020
21 Maggio 2020

Il più potente ciclone degli ultimi vent’anni si abbatte in queste ore sull’Asia, causando in India e in Bangladesh ventidue morti. L’uragano Amphan ha colpito la megalopoli indiana di Calcutta, sradicando alberi, distruggendo case e lasciando milioni di persone senza elettricità. I cittadini sono stati evacuati e trasferiti in rifugi, nonostante i rischi di contagio da Covid-19. “L’impatto di Amphan è peggio del Coronavirus”, ha detto Mamata Banerjee, primo ministro del West Bengala, lo Stato di cui Calcutta è la capitale.

Il superciclone Amphan è solo all’inizio della sua corsa, con venti che corrono alla velocità di 160 chilometri orari, secondo il Dipartimento meteorologico indiano. A rischio immediato ci sono almeno 300mila persone nelle aree costiere. Sulla capitale del West Bengala si stanno abbattendo violenti temporali che hanno provocato inondazioni. Gran parte della città è al buio perché l’elettricità è stata tagliata in via precauzionale per evitare incidenti. Crescono i timori dei meteorologi per uno tsunami con onde che potrebbero raggiungere i cinque metri.


Gli evacuati sono oltre tre milioni e le autorità hanno trasformato scuole e altri edifici in rifugi. Ma la situazione è complicata dalle misure in atto per contenere la diffusione dell’epidemia da Coronavirus. Non ci sono le condizioni per mantenere le giuste distanze, le mascherine sono rare e in molti si sono rifiutati di mettersi al riparo nel timore di contrarre l’infezione, secondo quanto riporta la Bbc. Il Bangladesh ha reso agibili oltre 15mila rifugi, il triplo del numero abituale, e ha annunciato di aver inviato mascherine e soluzioni disinfettanti.

L’organizzazione di Save the Children in India e in Bangladesh ha fatto sapere di essere pronta a garantire aiuti. Il direttore Mark Pierce ha dichiarato che le squadre sono in grado di intervenire a Cox’s Bazar “dove quasi un milione di rifugiati Rohingya vive in fragili rifugi fatti di bambù e tela cerata nel più grande insediamento di rifugiati del mondo”.

 

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