Il cammino per l’approvazione del Recovery Fund è ancora lungo. La proposta di Germania e Francia, con la collaborazione dell’Italia, di indirizzare 500 miliardi verso gli Stati europei più colpiti dalla crisi non è stata accolta favorevolmente da quattro “Paesi del nord”. Austria, Danimarca, Svezia e Paesi Bassi si oppongono ad aumenti di bilancio comune e insistono sul fatto che gli aiuti dovrebbero rappresentare dei prestiti e non delle sovvenzioni.
Oggi il Cancelliere austriaco Sebastian Kurz, sul quotidiano Oberösterreichischen Nachrichten, si dice stupito della volontà franco-tedesca e annuncia la presentazione di una controproposta: “Vogliamo essere solidali con gli stati che sono stati colpiti duramente dalla crisi, ma riteniamo che la strada giusta siano mutui e non contributi”, ribadisce Kurz. “Nei prossimi giorni – prosegue – presenteremo una proposta con una serie di idee. Siamo convinti che il rilancio dell’economia europea sia possibile, senza una comunitarizzazione dei debiti”.
La prima tappa del cammino di approvazione sarà di arrivare il 27 maggio in Commissione, per approdare a metà giugno sul tavolo dei leader Ue. Un percorso complesso, per una decisione che richiede l’unanimità. La carta messa sul tavolo dalla Cancelliera tedesca e il Presidente francese apre almeno a un compromesso.
L’Italia beneficerebbe del Fondo per la prossima manovra e allontanerebbe la necessità di chiedere un prestito al Mes. Il nostro Paese potrebbe ricevere 110 miliardi, in base al numero di decessi da Covid e alla quota in calo del Pil, a fronte del contributo di Roma al bilancio europeo pari a 65 miliardi. Una proposta che il commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni, definisce: “Una svolta senza precedenti”.
La Commissione Europea al lavoro per il piano e il fondo di #Recovery. Una crisi senza precedenti impone risposte senza precedenti. Da Francia e Germania un contributo importante in questa direzione
— Paolo Gentiloni (@PaoloGentiloni) May 19, 2020