Il governo sta lavorando a un piano sugli appalti che prevede norme più snelle per piccole e grandi opere. Le nuove misure dovrebbero essere pronte nelle prossime due o tre settimane. L’intenzione è quella di sospendere, fino alla fine dell’emergenza sanitaria, alcune parti del Codice degli appalti. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, da febbraio sta pensando a come snellire la burocrazia dell’Italia sul “modello Genova”. Un modello con cui si è riusciti a ricostruire un ponte con un commissario, evitando vincoli burocratici e velocizzando i lavori.
A dare la notizia del piano è il quotidiano La Stampa, specificando che quanto riportato è stato confermato da fonti della presidenza del Consiglio, del Ministero dei Trasporti e dello Sviluppo economico e supportato dalla visione delle bozze del “Piano rilancio cantieri e lavoro”, il decreto che il viceministro alle Infrastrutture Giancarlo Cancelleri ha messo sul tavolo di Conte. Secondo quanto riporta il quotidiano, il programma presentato da Conte si basa su tre “direttrici”.
La prima riguarda i procedimenti amministrativi. Invece di 180 giorni, il termine per consegnare la documentazione per la Via (Valutazione di impatto ambientale) sarà di 60 giorni.
La seconda si basa sulla definizione di un elenco di 25-30 opere considerate fondamentali che possono essere messe in cantiere.
La terza direttrice è conseguenza della seconda e cioè si proverà a rendere efficaci queste norme. Il premier, però, assicura che non smantellerà il Codice degli appalti su cui vigilia Graziano Delrio, capogruppo del Pd, che lo ha ridisegnato da ministro nel 2016.
Sempre da La Stampa si apprende che nella bozza del decreto si parla di “normativa speciale”, che consentirà “di cantierare nel più breve tempo possibile nuove opere”, di “semplificazione delle procedure vigenti”, “anche mediante la previsione di poteri straordinari da riconoscersi in capo alle stazioni appaltanti”.
