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HomePolitica Garanzie statali per Fca, Gualtieri: “Ok se investe in Italia e non delocalizza”

Le condizioni di Gualtieri
"Garanzie statali per Fca
solo se investe in Italia"

La politica contro le delocalizzazioni

crollano le vendite ad aprile: -87,7%

di Massimiliano Cassano19 Maggio 2020
19 Maggio 2020

 (FILE) - Fiat Chrysler Automobiles (FCA) signage at the Chrysler Group World headquarters in Auburn Hills, Michigan, USA, 06 May 2014 (reissued 18 December 2019). According to media reports, the supervisory board of French carmaker PSA approved on 18 December a merger with Fiat Chrysler Automobiles (FCA) that would create a global automobile manufacturing giant valued 50 billion US dollar. PSA and FCA would have a total combined revenues of some 190 billion US dollar, making it the world's fourth-largest auto producer. ANSA/RENA LAVERTY

“Abbiamo detto a Fiat che con il prestito ci devono pagare investimenti in Italia”. Con queste parole il ministro dell’Economia Roberto Gualrieri ha rassicurato che la garanzia dello Stato nel prestito di 6,3 miliardi che Fca Italy ha chiesto a Intesa Sanpaolo verrà accordata soltanto a determinate condizioni. “Abbiamo chiesto impegni aggiuntivi rispetto a quelli esistenti – ha dichiarato Gualtieri a Quarta Repubblica – fra i quali il rafforzamento e la conferma di tutti gli investimenti in Italia. Inoltre abbiamo detto no alle delocalizzazioni, e verificheremo che queste risorse siano usate anche per la filiera di fornitori”. La linea rigida del ministro nasce anche dal fatto che Fca ha la sua sede legale in Olanda, ed è lì che paga le tasse.

“Se Fiat Chrysler chiede un prestito alle banche da 6.3 miliardi per investire in Italia e tenere aperte le fabbriche questa è una buona notizia. Che male c’è? Mi sarei preoccupato se non lo avesse fatto”. Questo il parere del leader di Italia Viva Matteo Renzi, affidato a un post su Facebook. All’ex premier ha risposto il portavoce nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni: “Nessuno stupore sul fatto che Renzi stia con Fiat. Soltanto una domanda: quando mai i vertici di Fca hanno rispettato gli impegni sottoscritti di investimenti nel nostro Paese?”.

Anche per Carlo Calenda, ex ministro dello Sviluppo Economico nel governo Renzi, la garanzia Sace è un’idea praticabile a determinate condizioni: “Blocco della distribuzione dei dividendi fino alla restituzione del prestito su cui grava una garanzia data dallo Stato e un chiarissimo impegno articolato su come investire quei soldi in Italia”, ha dichiarato a Radio Capital.

La richiesta del colosso automobilistico di ottenere la garanzia di una società per azioni del gruppo italiano Cassa Depositi e Prestiti ha sollevato il dibattito sull’opportunità che lo Stato entri nei cda delle aziende che ne richiedono assistenza. Un tema già lanciato lo scorso 7 maggio dal vicesegretario del Partito democratico Andrea Orlando in un’intervista a La Stampa: “Il tema è valutare se lo Stato debba entrare per un determinato periodo, in modo da garantire che l’impresa mantenga gli impegni assunti nel momento in cui riceve finanziamenti a fondo perduto. In un Paese che ha una storica sottocapitalizzazione delle imprese come l’Italia e nel quale la crisi obbligherà a ricapitalizzazioni”.

Intanto i dati delle vendite non sorridono a Fca: ad aprile l’azienda ha immatricolato nell’Unione europea (più Paesi Efta e Regno Unito) 10.952 vetture, con un calo dell’87,7% rispetto allo stesso mese del 2019. Sono invece quasi 181.500 le auto vendute nei primi quattro mesi, il 48% in meno dello stesso periodo dell’anno scorso.

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